tag:blogger.com,1999:blog-5649051612182365163.post5245304834485340669..comments2024-01-01T11:07:38.949+01:00Comments on Roberto Dadda, ciclostilato in proprio: La Gift economy come la ho capita io.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12706973611214703780noreply@blogger.comBlogger4125tag:blogger.com,1999:blog-5649051612182365163.post-58737898490679765382007-04-10T12:00:00.000+02:002007-04-10T12:00:00.000+02:00http://www.benkler.org/SharingNicely.htmlQuesto e'...http://www.benkler.org/SharingNicely.html<BR/>Questo e' il piu' bel paper che io abbia mai letto. Te lo consiglio. Poi mi dici.<BR/><BR/>"Sharing Nicely": On shareable goods and the emergence of sharing as a modality of economic production<BR/>Yochai Benkler<BR/>Abstract <BR/><BR/>The paper offers a framework to explain large scale effective practices of sharing private, excludable goods. It starts with case studies of distributed computing and carpooling as motivating problems. It then suggests a definition for “shareable goods” as goods that are lumpy and mid-grained in size, and explains why goods with these characteristics will have systematic overcapacity relative to the requirements of their owners. The paper then uses comparative transaction costs analysis, focused on information characteristics in particular, combined with an analysis of diversity of motivations, to suggest when social sharing will be better than secondary markets to reallocate this overcapacity to non-owners who require the functionality. The paper concludes with broader observations about the role of sharing as a modality of economic production as compared to markets and hierarchies (whether states or firms), with a particular emphasis on sharing practices among individuals who are strangers or weakly related, its relationship to technological change, and some implications for contemporary policy choices regarding wireless regulation, intellectual property, and communications network design.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5649051612182365163.post-79541608167034348912007-04-09T18:50:00.000+02:002007-04-09T18:50:00.000+02:00L'economia del dono ( gift economy ) è una forma e...L'economia del dono ( gift economy ) è una forma economica basata sul valore d’uso degli oggetti e delle azioni ( intesa come capacità di soddisfare un fabbisogno o per la sua utilità )<BR/><BR/>L’economia tradizionalmente intesa, si basa invece sul valore di scambio/commerciale ( ove anche ogni attore tende a massimizzare soprattutto se posto davanti a trade-off ).<BR/><BR/>Poi c'è il baratto ( fra due attori ) ed il barter ( che si differenzia per un terzo soggetto che funge da intermediario ).<BR/><BR/>Poi esiste il dono in senso stretto ( riprendendo dal blog di Davide Casali a margine di RItalia - nelle parentesi commenti personali non facenti parte del post originario ):<BR/><BR/>Ringrazio una persona ( è lo scrivente di questo post ) che ha chiesto di non avere molta visibilità ( sottolineo non avere molta visibilità è differente dall'anonimato che non avevo richiesto ), ma che ha dato un supporto sostanziale quanto inaspettato al RitaliaCamp. Ha sborsato una cifra non piccola per coprire tutte le spese rimaste aperte semplicemente perché credeva nell’idea che stavamo portando avanti.<BR/><BR/>E aggiungo: Ho praticamente stazionato all'accoglienza.<BR/><BR/>In generale ( non nel specifico ) l'economia del dono ed il dono a volte hanno controindicazioni: il non veder risconosciuto il tuo contributo e chi ne beneficia, anche in visibilità, sono altri per i loro scopi.<BR/>Chiediamoci come mai poi ci sono persone poco propense all'economia del dono o al dono? Forse è meglio fare beneficienza.<BR/>Poi ognuno faccia le considerazioni o la pensi come vuole.<BR/>Saluti.<BR/><BR/>Alberto Claudio Tremolada<BR/>alberto@bloggeraus.comAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5649051612182365163.post-643092284321859762007-04-08T21:20:00.000+02:002007-04-08T21:20:00.000+02:00Non sono d'accordo, vedi io credo che le definizi...Non sono d'accordo, vedi io credo che le definizioni siano importanti per capire i concetti, nei momenti di transizione dobbiamo essere pronti ad elaborare nuove definizioni e nuovimodelli, ma non averne o non tenerne conto non aiuta certo la comprensione dei fenomeni.<BR/>Nel caso di Web 2.0 tutti ne parlano, tutti sembrano essere capaci di capire cosa sia o meno 2.0, ma alla fine le definizioni sono pochissime e discordanti.<BR/>Nel caso della economia del dono molte volte la si tira un ballo soloperchè c'e' un regalo, la cosa è invece più complessa.<BR/>Io non trovo nulla di bieco nella promozione, trovo fuorviante parlare di economia del dono solo perchè qualcuno ha riscoperto il bundle di prodotti, una cosa vecchissima e tipica delle economie di mercato.<BR/>Sai quando sidiscute la base della comprensione è una uniformità dei termini usati.<BR/><BR/>bobAnonymoushttps://www.blogger.com/profile/12706973611214703780noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5649051612182365163.post-89816836952487685272007-04-08T11:26:00.000+02:002007-04-08T11:26:00.000+02:00Non dobbiamo per forza essere d'accordo. Io riteng...Non dobbiamo per forza essere d'accordo. Io ritengo che talvolta siamo prigionieri degli schemi che noi stessi creiamo. Penso che l'operazione di Seth Godin, vada al di la della bieca promozione, credo che sia una sperimentazione interessante. Penso anche che vedremo in futuro nuovi modelli che ibridano logiche di mercato e commons. Ritengo che cercare di definire modelli in profonda transizione sia un'operazione inutile, come è inutile chiedersi cosa sia web 2.0 e cosa no o cosa sia nuovo e cosa vecchio. I modelli sono strumenti concettuali si usano fin al momento in cui sono utili altrimenti si possono cambiare. Visto che siamo nel campo dell'opinabile non posso insistere visto che le premesse con cui portiamo avanti il discorso non sono le stesse.Maurizio Goetzhttps://www.blogger.com/profile/04574249968053663208noreply@blogger.com