Cellulari: la sindorme del coltellino svizzero...
Questa sera leggendo il blog di Fuggetta, devo dire sempre interessante e ricco di spunti, mi sono trovato a pensare alla evoluzione dei telefoni cellulari.
Fuggetta titola in modo provocatorio: Sulla morte dei cellulari ed argomenta in modo articolato e incontestabile la evoluzione tecnologica in atto.
I terminali utente, i telefonini come li chiamano quelli che hanno studiato, all'inizio erano macchine dedicate che sapevano fare una sola cosa: telefonare.
Alfonso cita il suo primo telefono, un Nokia 2110, come molto primitivo, io che sono molto più vecchio ho cominciato a telefonare per strada nel 1990 con una piastrellona della Motorola la cui funzione più sofisticata era ricordare l'ultimo numero digitato.
Il cellulare era allora la semplice replica di un telefono tradizionale con la sola assenza del filo. Ovviamente dentro aveva un micro e parecchio software perché collegarsi alla rete cellulare non è certo una cosa banale, ma di tutto questo l'utente nulla sapeva: aveva in mano un telefono e riceveva e faceva pure semplici banali utili telefonate.
E' in atto una transizione strutturale netta: da telefono a calcolatore, da hardware con a bordo il software necessario a telefonare a hardware con un suo bel sistema operativo sul quale girano una serie di programmi tra i quali anche quello che permette di fare banali telefonate.
Per parafrasare la Medea di Seneca mi chiedo cui prodest, a chi giova?
Certamente giova ai produttori di telefoni, ai rivenditori, a chi fa assistenza e in generale ai fornitori offrendo loro un livello di versatilità enormemente superiore a quello offerto dai terminali monofunzione.
Giova agli utenti? Non sempre!
Essere praticamente costretti a comperare e a utilizzare telefoni sempre più complessi non è l'ideale per tutti i clienti.
A me piacciono telefoni complicati, uso molte funzioni, passo periodicamente da Symbian a Windows. La prima cosa che faccio dopo avere comperato un telefonino è scaricare la nuova versione del sofware, impostare le varie opzioni di collegamento e andare a cercare applicazioni.
Non tutti hanno la mia stessa passione, conosco un sacco di gente che da un telefono chiede solo le telefonate, gli SMS e la agenda dei contatti.
Non tenere conto delle esigenze di questi clienti è sbagliato: facciano pure i produttori il telefonico con una struttura interna complessa e sempre più vicina a quella di un calcolatore, ma è importante offrire anche terminali dove tutta questa complessità è completamente nascosta all'utente!
Un bellissimo libro di Donald Normann "The invisible computer" (Il calcolatore invisibile) illustra molto efficacemente questo concetto ergonomico.
Del resto la cosa vale anche in altri ambiti: un coltellino svizzero mi è stato utilissimo nel mio ultimo viaggio in India, ma quando preparo il mio mitico filetto alla Wellington vi assicuro che un semplice coltello da cucina a lama piatta è straordinariamente più efficace.
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