martedì, febbraio 24, 2009

Non buttiamo via il bambino con l'acqua sporca!


Qualche volta la blogsfera mi ricorda le bande degli anni sessanta: ragazzi identici nel modo di vestire, nel modo di parlare e nel modo di pensare.  Quando qualcuno non della banda pronunciava anche solo una parola aliena al gruppo veniva dileggiato con strizzatine d'occhio e complici sgomitate che dicevano "Non sei dei nostri e se non sei dei nostri non sei nessuno".

Questo pensavo leggendo le reazioni, ne cito una e una seconda , ma sono moltissime e tutte allineate, all'articolo di Alberoni  sul Corriere dove parla si molte cose e chiede, in una iperbole provocatoria chiara anche per un bambino, due mesi di moratori dalla rete all'anno perché i giovani si possano disintossicare.

La caratteristica comune è quella di essere solo affermazioni totalmente acritiche che non entrano nel problema nemmeno di striscio, strizzatine d'occhio tra iniziati.

Leggendo bene l'articolo e prendendo la provocazione per quello che è ne dovremmo trarre spunti interessanti: il problema dell'uso eccessivo della rete da parte di molti giovani è reale e ben studiato.

Qualche tempo fa è uscito questo interessantissimo e documentatissimo volume:


che illustra ed analizza il problema.

A parte qualche dileggiamento di maniera il volume nella blogsfera non ha portato grandi ragionamenti, probabilmente era troppo impegnata a magnificare "The long tail", un libro che descrive bene un fenomeno, ma che nelle considerazioni di business è totalmente fuori strada come hanno dimostrato articoli scritti da economisti e non da giornalisti.

Qualche volta credo che la blogsfera sia un poco troppo impegnata a cercare conferme a idee preconcette e non vere analisi.

bob

PS: Qualche volta le osservazioni della banda raggiungono livelli da delirio lucido:
"Che poi, giusto per essere chiari, bisognerebbe che qualcuno spiegasse ad Alberoni che le chat, internet e youtube sono la realtà…"
Forse qualcuno dovrebbe spiegare a questo commentatore che la rete è solo uno strumento di comunicazione che ha un valore solo in quanto legame tra persone fisiche, quelle sono la realtà, la rete è una immagine del loro interagire!

...

3 commenti:

  1. leggi bene carissimo Bob, io non parlavo affatto dell'articolo di Alberoni!
    ;)

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  2. beh da un "presunto signor sociologo" come Alberoni mi aspetto qualcosa di più del "tutta l'erba giovane in un fascio"...potrei anche aggiungere che, bene o male, negli ultimi anni dice ovvietà generiche senza alcunché di autorevole dal punto di vista sociologico(mi permetto di dirlo essendo sociologo di formazione), imho ovviamente.
    ed è proprio per queste cose che poi si pensa che l'anagramma di "sociologia" è "ciò lo so già"(cit.) :)

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  3. @boh: Enrica i casi sono due, o sei improvvisamente impazzita ed allora mi scuso per la citazione o stai facendo il verso a quelli che dicono che il social provoca danni.
    Io pensato che il trigger fosse alberoni solo per la coincidenza temporale, se è stato un altro il mio ragionamento non si sposta di un millimetro.

    @butriga. Io non sono un sociologo e di conseguenza il mio parere è solo di buon senso: a me francamente alberoni piace poco e non lo leggo perché è sempre un po' sensazionalista e populista, ma in questo caso le sue osservazioni, pur con spunti provocatori, hanno pienamente senso.
    Non dico che siano giuste, ma vanno prese in considerazione e non liquidate con atteggiamento da branco.

    bob

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