giovedì, marzo 18, 2010

Domanda...


Parlando di una pagina che annunciava il falso assassinio di un ministro, Chavez, presidente del Venzuela, ha affermato:
“Internet non può essere un qualcosa di aperto dove tutto ciò che si dice è fatto. Ogni nazione deve applicare le proprie regole e norme. Dobbiamo agire. Chiederemo al procuratore generale di aiutarci, perché questo è un crimine. Sono stato informato che questa pagina pubblica periodicamente incitamenti al colpo di stato. Questo non può essere permesso”
La cosa ha sollevato il solito coro di accuse a chi vorrebbe censurare la rete.

Io mi chiedo e vi chiedo: cosa ci sarebbe di non condivisibile in quella frase?

In realtà di sta dicendo una cosa ovvia: la rete come strumento di comunicazione deve sottostare alle regole che vengono applicate ad ogni altro strumento di comunicazione, non c'è alcun motivo per considerarla diversa.

Se poi le regole vengono ristrette da regimi dittatoriali, come succede per esempio in Cina, ce la dobbiamo prendere non con il concetto di controllo sulla rete, ce la dobbiamo prendere con le regole indipendentemente dal fatto che siano applicate ai giornali, alla televisione e alla rete.

Continuare a parlare di "libertà della rete" ha poco senso è produce l'effetto dannoso di fare pensare che si cerchi una specie di Far West, meglio sarebbe parlare di libertà di espressione, indipedentemente dal canale di comunicazione utilizzato!

NOTA:

Un amico mi segnala questo link.

Vorrei sottolineare che le mie osservazioni si riferiscono ESCLUSIVAMENTE al contenuto di quella frase e non entra nel merito di una situazione certamente non condivisibile!

5 commenti:

  1. La cosa preoccupante è che la politica non dovrebbe essere il controllore o quello che dice cosa è concesso e cosa no. Se la politica controlla i mezzi di informazione i danni sono devastanti, non c'è più democrazia e si tende sempre all'autoconservazione del potere.

    Preferisco una Internet "old-style", anarchica, non nel senso che ognuno faccia quello che gli pare, ma nel senso che ognuno sia controllato e controllore degli altri, non tramite la censura ma tramite le informazioni.

    La rete non deve sottostare alle regole convenzionali perchè non è un mezzo di comunicazione convenzionale. E' uno strumento di massa, non uno strumento per pochi come possono essere le tv e i giornali. E' uno strumento in cui, nel bene e nel male, tutti possono essere tutto. Secondo me si regola benissimo da sola, senza che intervenga la politica, notoriamente non interessata al bene comune.

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  2. Sarò Franco, ma non capisco come mai si senta il bisogno di creare delle regole ad hoc per internet e non per i citofoni, i sms o il linguaggio dei segni.
    Le regole ci sono e sono applicate. La diffamazione, il plagio, il furto, il procurato allarme, chi ha detto che non sono applicabili ad un navigatore?

    Chavez, e molti altri politici, parlano di regole puntando alla ragionevolezza a parole, ma nei fatti, il loro intento è deliberare leggi per controllare.


    Franco

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  3. E fortunatamente Chavez fortunatamente smentisce:
    http://punto-informatico.it/2837890/PI/News/chavez-niente-bavaglio-alla-rete.aspx

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  4. Forse ho dimenticato un "fortunatamente" :/

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  5. Sulle smentite di Chavez mi permetto di avere qualche dubbio, io mi riferivo solo a quella frase!

    "La rete non deve sottostare alle regole convenzionali perchè non è un mezzo di comunicazione convenzionale.": belle parole, ma cosa vogliono dire?

    bob

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