mercoledì, giugno 13, 2012

La risposta del professore...


NOTA: per un errore di cut and paste ho pubblicato un dato riservato di Camisani Calzolari, la sua email.


Mi scuso e la cancello.


Se qualcuno fosse colto dal desiderio irrefrenabile di scrivergli segnalo che sul suo sito c'è una pagina contatti con tutti i riferimenti.
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Il professore mi ha risposto:

Sollecitato dal mio precedente post Marco Camisani Calzolari mi ha risposto con questa mail:

2012/6/10 Marco Camisani Calzolari - Speakage xxxxxxxxxxxxxx@xxxxx.xx
Ciao Roberto,
mi hanno girato i link ai tuoi attacchi. Ora sai che ho visto. Mi
spiace ma non ho alcuna intenzione, ne tempo, di dare corda alle tue
solite provocazioni. Beato te che hai tutto questo tempo da perdere
nel stare addosso a una persona. Anche a me a volte piacerebbe, ma non
trovo il tempo...
Se sei davvero interessato alle mie repliche sulle varie domande
inerenti la ricerca, le puoi leggere sui vari quotidiani
internazionali nei prossimi giorni. basta un google alert sul mio nome
per rimanere informato.
saluti
mcc


E io oggi ho risposto al professore:

Marco,
togliamo di mezzo per favore questa paranoia degli attacchi personali.

Rileggiti quello che ho scritto e dimmi come puoi considerarlo un attacco personale.  Tu pubblichi, in modo invero un poco irrituale, un lavoro che tu stesso trovi la necessità di definire, cosa più unica che rara, "Ricerca scientifica" e lo pubblichi con la chiara indicazione della tua posizione accademica in IULM, non come presidente delle tue società, ma come professore esattamente come fanno tutti i professori del mondo quando pubblicano i lavori frutto della loro ricerca accademica.  Se sono lavori personali di solito non si mette niente.  Dire che questo non coinvolge minimamente la università è quantomeno bizzarro.

I lavori si scrivono e si pubblicano per due motivi: qualcuno li apprezza e utilizza quello che c'è dentro qualcuno li contesta, entrambi migliorano così le conoscenze della comunità scientifica in genere.

Io ho contestato, con chiare motivazioni, il metodo che tu hai usato.  A questo punto un minimo di maturità accademica comporterebbe prima di tutto l'essere contenti che qualcuno abbia preso seriamente il tuo lavoro, se pensi che metodologicamente sia corretto smonti le confutazioni, se pensi che le confutazioni siano corrette ringrazi, correggi il metodo usato e ripubblichi.

Dichiarare di sentirsi attaccati sul piano personale (un modo vecchio come il mondo per tirarsi fuori da una situazione nella quale mancano le reali argomentazioni) e dire "i dati grezzi sono questi, fatene quello che volete" è un atteggiamento che non porta da nessuna parte.

Un altro atteggiamento vecchio almeno come i NewsGroup è il "Non ho tempo di rispondere, beato te che hai tempo".  Vedi io ho avuto una vita sempre piuttosto impegnata, ho letto il tuo articolo a Bratislava, ho scritto il mio blog a Milano, ti scrivo da Zagabria e nel frattempo sono riuscito a mangiare un ottimo Gulash davanti al Ponte delle catene, non sono diventato pilota di linea, ma semplicemente seguo alcuno grandi progetti all'estero.

Ho poco tempo, ma prendo molto seriamente anche il mio lavoro in università.  Se uno studente mi segnala che il professore di un'altra università ha scritto un lavoro che contraddice tutto quello che io spiego suo followers e la loro misura io leggo il lavoro innanzitutto per imparare e trovo il tempo, se serve, per controbattere.

Ti ringrazio per la preziosa indicazione sul Google Allert (una novità che non conoscevo  ;-))) , lo ho messo facendo tesoro del tuo prezioso consiglio, ma in realtà dopo il fuoco di paglia iniziale di chi ha riportato i tuoi numeri e le tue dichiarazioni sulla colpevolezza delle agenzie di PR non è apparso più nulla.  In ogni caso scusami, ma non credo che un dialogo scientifico possa essere condotto sui quotidiani!  Qui si tratta di capire se a te interessa finire sul quotidiano o portare avanti una discussione scientifica, la qualifica che metti nell'articolo farebbe pensare alla seconda opzione, ma forse sono un ingenuo...

Roberto


20 commenti:

  1. Ma come non ce l'hai con lui? Scrivi solo di lui!!!!! su faceboook hai scritto 100 post a raffica contro di lui. E' quantomeno ridicolo per una persona della tua età.
    E' sbellicante che chiami fuoco di paglia una cosa che è uscita su tutti i giornali del mondo, dal Financia Times a Reuters e a tutti i siti specializzati in ricerche sui social media. Tutti gli hanno fatto i complimenti. fare finta di niente è comico! Ieri sera era in homepage su Technorati. Sei solo un povero invidioso che rosica, ma non puoi cambiare la realtà.
    camisani ha risposto ovunque a tutte le domande, anche ai tuoi amichetti http://www.dotcoma.it/2012/06/10/mi-prendo-la-briga.html#comments a ragione o a torto, che piacciano o meno.
    evidentemente il fatto che non ti caghi non ti fa stare nelle mutande. Vai a bratislava a fare i tuoi importanti progetti e arrenditi sul successo della ricerca di camisani, altrimenti l'invidia alla tua età rischia di consumarti davvero.

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  2. il lavoro di MCC è assolutamente DELIRANTE sotto il profilo metodologico. questo è un dato di fatto ed è l'unico che conta.

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  3. Non conosco Mario Rigoldi ma suppongo sia un supporter del professore-imprenditore, Ho commentato sul mio blog, perché trovo davvero molto triste che la stampa internazionale dia eco ad una ricerca tanto arbitraria ed approssimativa: http://blogs.gartner.com/andrea_dimaio/2012/06/12/torturing-the-data-long-enough-will-make-them-confess-anything/

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  4. Mario Rigoldi (robot numero 2)mercoledì, giugno 13, 2012 10:04:00 AM

    Ma voi non capite... il professor Calzolari ci sta dando dimostrazione di come funzioni il suo robot Mario Rigoldi!!! 'gnoranti!!! ;-)

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  5. Sono un robot anche io! ma sto dalla parte di Dadda!

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  6. Mi piacciono i rompioglioni puntigliosi... Bravo Dadda, fagli vedere che sei un vero trombone con le palle! Io farei ancora 1000 post contro camisani... tanto a bratislava ci si annoia...

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  7. Mario Rigoldi (robot numero 3)mercoledì, giugno 13, 2012 11:54:00 AM

    Io sono contro tutti Dadda e camisani. secondo me non esiste neppure dadda. Qui ormai è un delirio totale. Dadda delira, noi robot deliriamo...

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  8. a me sembra un attacco alla persona bello e buono... è incredibilmente ridicolo e pleonastico mettere in discussione uno studio che compare su Financial Times, Huffington Post e su altre innumerevoli testate in giro per il mondo. chiaro quando uno raggiunge un successo c'è sempre chi rosica e chi invece applaude. Sta volta chi applaude è in maggioranza. Percui francamente trasecolo davanti a questo post.

    Se è finito lassù è perchè è effettivamente uno studio di valore. Questi giornali sia online che offline non pubblicano notizie per sport o senza dargli un occhiata..ovvero giusto per farlo...è veramente arduo finirci su.

    Va solamente dato atto a quei pochi Italiani ( vedi il caso del Prof. Calzolari) che ci finiscono del buon lavoro e della capacità nell'arrivare a certi livelli. Ripeto, non è da tutti.

    Ancor di più quando l'indagine va a scoprire talloni di achille delle imprese, vere e proprie bad practices. Non etiche. Quando In Università i corsi sui cui si investe di più sono quelli legati alla Business Ethic, considerata la chiave del successo odierno sui mercati. Questa ricerca entrerà di diritto nella letteratura manageriale legata al mondo del marketing e delle sue case history in tutto il globo e della Business Ethic. Mi meraviglierei se in un corso marketing e comunicazione digitale o web marketing venga detto agli Studenti...per avere successo su Twitter e Facebook occorre comprare Followers e Fans. Sarebbe un paradosso manageriale in grado di far rabbrividire chiunque.

    Mi dispiace, Roberto. Ti seguo molto volentieri. Ma a sto giro la tua mi è sembrata un uscita poco felice. Magari sotto c'è un pò di invidia personale per il successo del prof. calzolari. Che tra l'altro compete con le sue società nel mercato più competitivo e importante al mondo quale quello UK Inglese. E da cui dipende tutto praticamente tutto il globo, insieme con gli Stati Uniti.


    Ps: Poi non capisco sto modo poco urbano e privo di ortodossia nel pubblicare mail private. Se è una roba privata, che rimanga privata. Sembra quasi tu voglia ottenere visibilità tout court. Questo veramente non ha cittadinanza fra persone di alto livello. Le questioni private è giusto che rimangano private.

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    1. Tu SERIAMENTE ci stai dicendo che se una ricerca viene ripresa dai quotidiani per questo è seria e corretta?

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  9. Non ti ho autorizzato a pubblicare i miei dati personali. Rimuovi immediatamente il mio indirizzo email da questo post! Inoltre è molto poco etico pubblicare conversazioni private. E' vergognoso questo comportamento.

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  10. Caro Dadda,
    mi sembra che si perda di vista il succo della questione.

    Camisani dice: i follower come indicatore unico di qualità non sono affidabili. La qual cosa mi sembra chiara come il sole.

    Io mi spingo a dire che qualsiasi counting metric dai lontani tempi delle pageviews e delle hit è priva di significato se presa da sola.
    Ovviamente, il fatto che le campagne si paghino proprio su questi indicatori fa sì che gli interessi in gioco siano molto grandi.

    Nell'ambito dei social, la quantità e qualità dei bot in circolazione esige estrema accortezza perché se dobbiamo spendere dei soldi, un interattore è bot fino a prova contraria (ossia, in ambito social, salvo qualche tipo di autenticazione).

    Sono felice perché lei fornisce dei link ad altre ricerche. Cosa che nessuno dei partecipanti alla polemica anti-camisani aveva fin qui fatto. Mi stupisce, però, che i lavori che lei cita come "più rigorosi", e oltretutto esteri, non abbiano avuto altrettanta eco. Trovo curioso che il mondo si interessi a un lavoretto di un italiano quando già altri avevano battuto (con maggiore rigore, secondo lei) lo stesso sentiero.

    Detto questo, sì, i risultati di Camisani sono abbastanza clamorosi. E allora, visto che si tira in ballo il metodo scientifico, discutiamo del metodo:
    - quali dei criteri usati non vanno bene?
    - si sono fatte ipotesi che non andavano fatte?
    - forse il punteggio andrebbe espresso in numeri razionali e non in naturali? o calcolato in modo diverso?

    Visto che i dati grezzi sono disponibili, perché non mettere alla prova ipotesi diverse su una base dati omogenea? A me sembrano tutte opzioni molto scientifiche.

    Concordo che il passo successivo sarebbe dimostrare che l'algoritmo misura ciò che dice di misurare. E nessuno è impedito a farlo, direi.

    Non capisco né le reazioni di sufficienza dei primi momenti, né l'astio che le sta seguendo. Soprattutto perché nessuno si è sognato di dire che il fenomeno non esista. Solo che, certo, lo fanno "gli altri", le (sempre poche) "mele marce".

    A me sembra che il solo modo scientifico di replicare a questo lavoro sia di indicare che il metodo usato non è corretto. E questo nessuno lo ha fatto finora, nemmeno lei; e da lei me lo sarei invece aspettato.

    Grazie,
    W

    PS.
    - non è reato (è un illecito), ma sarebbe doveroso oscurare l'email privata di Calzolari
    - non trovo molto elegante rispondere via blog a una mail
    - evitare l'uso ironico del suo titolo renderebbe le critiche più limpide e spazzerebbe ogni dubbio che si voglia attaccare l'uomo per evitare di parlare del suo lavoro.

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    1. La mail è stata pubblicata per errore, è stata oscurata.

      Ho pubblicato una risposta, o meglio una non risposta, inviata in privato a fronte di una domanda pubblica, risposta che di fatto non contiene nulla di minimamente personale o riservato.

      Uso ironico? A me chiamano professore da trent'anni, non mi sono mai offeso. Marco pubblica come professore e io professore lo chiamo.

      Non so se hai letto il mio primo post che motiva il fatto di non considerare scientifico un lavoro che propone un algoritmo, non lo giustifica minimamente e lo usa per trarre conclusioni a dire poco opinabili. Del resto la scritta "lavoro scientifico" è scomparsa e non la ho cancellata io!

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  11. sul mio sito c'è un indirizzo diversi. Tu hai pubblicato una email diversa... ma no problem, se continui cosí il reato sará di stalking...
    saluti

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    1. Marco mi dici per favore dove mai avrei detto che le due mail sono uguali.

      Ho affermato di avere pubblicato una tua mail riservata per errore, la ho cancellata, mi sono scusato ed ho detto comunque che ti vuole scrivere trova una tua mail sul tuo sito, cosa c'è di sbagliato?

      Guarda comunque che se metti in Google la tua mail segretissima ti accorgi che probabilmente per errore la hai pubblicata un sacco di volte!

      Stalking? Stai scherzando vero? Non oso pensare che uno che fa il tuo mestiere non sappia cosa è lo stalking, comunque ho chiesto a un amico avvocato, dice di farmi denunciare che così ci facciamo quattro risate dal giudice e aggiunge che tanto le spese poi le paghi tutte tu.

      Definzione di stalking:

      Lo stalking, definito anche “sindrome del molestatore assillante”, consiste in un insieme di comportamenti anomali e fastidiosi verso una persona, costituiti o da comunicazioni intrusive (quali per esempio: telefonate e lettere anonime, sms ed e-mail, invio di fiori) oppure da comportamenti volti a controllare la propria vittima (per esempio: pedinamenti, appostamenti, sorveglianza sotto casa, violazione di domicilio, minacce di violenza, aggressioni, omicidio o tentato omicidio).

      In altre parole, come affermato da Massimo Lattanzi e Gaia Oddi, lo stalking: “identifica una sistematica violazione della libertà personale”.

      Tu SERIAMENTE stai dicendo che io ho un atteggiamento del genere nei tuoi confronti?

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  12. Non ho letto la ricerca, non conosco i dati. A Marco l`onore di aver scoperchiato il vaso di pandora sui media internazionali.
    Cio` detto, le argomentazioni ed i numeri, per Bob che ne parla da anni, sono da spiegare e valutare con molta attenzione.
    Personalmente ho diversi account "dormienti" su molti negozi o "social" che dir si vobglia. Troppo facile scambiarli per bot.
    Dopo i primi exploit di Marco, ho comprato alcune migliaia di followers su facebook per un mio peluche (con pagina personale). Il risultato e' stato interessante perche' molti amici (reali) hanno anch'essi dato il like alla stessa pagina. Quindi, concludo, comprare followers genera contatti reali.
    Altresi' vero che quando cerco una pagina ufficiale di marca/prodotto su facebook, vado a vedere quella con piu' followers. In quel preciso momento, non ho idea se siano veri o bot.
    Il giochino,al di la del metodo scientifico o empirico, funziona benissimo.

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  13. Davide Scialpi ha scritto:
    "è incredibilmente ridicolo e pleonastico mettere in discussione uno studio che compare su Financial Times, Huffington Post e su altre innumerevoli testate in giro per il mondo".
    Non sono affatto d'accordo. La scienza e la tecnologia sono progredite grazie a persone che hanno messo in discussione studi che comparivano su Financial Times, Huffington Post e su altre innumerevoli testate in giro per il mondo.
    Saluti,
    Federico

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  14. Però la dicitura "ricerca scientifica" è improvvisamente scomparsa...

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  15. Continuo a pensare che chi è tanto contro questo studio sia principalmente perchè basa sul concetto di follower dell'egoistico twitter e dei like su facebook il modo per valutare se il suo "eLavoro sul Web 2.0 nel Cloud" funziona.
    Schettino direbbe "Vabbuò".

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  16. Caro anonimo se ti rivolgi a me sei completamente fuori strada! Io progetto sistemi informativi bancari, in filiale misuriamo quanto tempo ci metti a vendere una carta di credito e quanto cross selling fai, in rete ci interessa il numero di utenti che transano, quanto lavorano e quanti errori fanno.

    Dei followers e dei like non ce ne potrebbe fregare di meno.

    Io sono contrario a questo lavoro perché è completamente campato per aria, non ha nulla di scientifico e basta leggere le risposte di marco, o guardare a cosa non risponde per capirne il livello.

    roberto

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Qualche esperimento...