sabato, novembre 25, 2006

La luna e il dito...


Ogni tanto vuoi per casuale addensarsi di fenomeni, vuoi per la velocità con la quale oggi le notizie viaggiano e vengono riprodotte, ogni tanto dicevo determinati fenomeni vengono amplificati in modo surrettizio.


Gli uomini diventano tutti stupratori, i cani tutti mordaci, i fulmini tutti assassini, le estati tutte le più calde del secolo... salvo poi scoprire che alla luce di una attenta analisi dei dati statistici nessuna di queste supposte amplificazioni è reale.


Questa mattina il mix fatale di due sequestri e di una serie di articoli scritti in modo, a dir poco, superficiale sta da un lato demonizzando la rete e il suo oggi principale hub, Google, dall'altro gettando una luce di arretratezza tecnologica e culturale del nostro paese.


Forse vale la pena una analisi articolate di quanto sta succedendo.


Il sequestro del video del motociclista folle


Il fatto che qualcuno, tanto criminale da correre a 300 all'ora sulla Serravalle e tanto stupido da mettere in linea i filmati della sua bravata, sia stato identificato e punito è certamente positivo. Molti altri folli meno sprovveduti non vengono puniti e mettono a repentaglio per gioco la vita loro, e questo sarebbe il meno, e nostra: la rete in questo caso ha avuto un effetto tutto sommato positivo.


Certo ci si chiede dove stia la Polizia Stradale, ma lo sappiamo bene che, purtroppo, nel nostro paese i controlli sono inefficaci ed il numero di vittime degli incidenti stradali ne è dolorosa testimonianza.


Perché hanno imposto di togliere il video? L'unica motivazione che ho trovato in rete è la possibile emulazione: a questo punto ci si chiede perché venga trasmesso in televisione il motomondiale, i telegiornali e Paperissima!


Il filmato della scuola di Torino.


Come ho esposto qualche giorno fa qui anche in questo caso credo che la rete abbia avuto il grande merito di far identificare e punire i colpevoli e a fare emergere il fenomeno, sempre esistito, del bullismo tra i giovani. Parlarne certo non lo risolverà, ma potrebbe portare a una utile presa di coscienza del fenomeno.


Questa mattina, sentendo che la finanza aveva perquisito la sede di Google Italia in seguito a una denuncia per diffamazione, ho pensato che Rapetto fosse impazzito insieme al giudice e, come altri blogger, mi sono chiesto che cosa diavolo pensassero di trovare.


Poi mi sono letto i documenti ed ho scoperto che a denunciare Google per diffamazione è stata la associazione Vividown che si dice diffamata da una frase del filmato e che la perquisizione serviva per conoscere il domicilio dei legali rappresentati di Google in Italia, due signori statunitensi. Certo ci si chiede come mai non sia bastata una telefonata per saperlo, ma almeno la follia paventata da qualcuno di una perquisizione alla ricerca dei server con il filmato non c'è stata!

Aggiunta del 26 novembre:----------------------------------------

Leggendo qualche resoconto sembrerebbe che la perquisizione in Italia abbia avuto anche la finalità di capire come i filmati vengano caricati in rete e quale procedura sia utilizzata. Credo che sia stata una sorpresa non da poco scoprire che in Italia, come in tutto il resto del mondo, nella sede di Google per caricare i filmati non si fa NULLA!

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La sostanza del problema


Il problema del controllo dei contenuti e della responsabilità dei provider di spazio è aperto, non solo in Italia, ed è un problema reale.


Ben più grave e difficile da risolvere è per esempio il problema della responsabilità, da più parte sostenuta, di eBay quando qualcuno si fa fregare da qualche truffatore...


Di fatto il controllo viene esercitato: i contenuti per esempio pedofili che solo una decina di anni or sono imperversavano nella rete sono praticamente scomparsi a meno che non si sappia dove andare a trovare i siti criminali che li offrono ancora.


Ovviamente un controllo puntuale su quanto gli utenti carica non è ragionevolmente ipotizzabile, ma ogni sito offre la possibilità agli utenti di segnalare contenuti non appropriati in modo che nel caso possano essere tolti.


Purtroppo non solo il video sulle molestie al ragazzo Down non è stato segnalato e tolto, ma al contrario è stato visto da tanti utenti da farlo salire al ventinovesimo posto!


Qui credo sia il vero problema che non è però un problema della rete, ma della testa degli utenti e questo ci dovrebbe fare molto pensare!


Credo che in altre parole abbia ragione Mantellini quando, titolando un suo post, evidenzia come qui invece della luna si sia guardato troppo il dito.



Un poco tiepida, almeno fino ad oggi, la reazione di Google Italia.


Bob


PS Personalmente credo che Vividown abbia perso una occasione: con la sua bizzarra denuncia per diffamazione ha contribuito a spostare la attenzione dalla luna, il rispetto delle persone meno fortunate, al dito, le responsabilità di Google.




2 commenti:

  1. Di fronte a casi che colpiscono l'opinione pubblica - e mi riferisco al video-bullismo ai danni del ragazzino autistico - la reazione è sempre la stessa. Da più parti, ognuno si difende, dal basso del suo piccolo orticello. I genitori degli adolescenti violenti danno la colpa alla scuola. Gli insegnanti si scaricano la coscienza chiedendosi dove fosse la famiglia. E chi ha interessi (professionali e/o privati) che ruotano intorno alla rete, si precipita a dichiarare che non è colpa della Rete, appunto. La colpa è della scuola che non impartisce un'educazione etica e civile, dei genitori che non controllano i figli davanti al video e non li educano alla tolleranza e alla comprensione del diverso, dei ragazzi stessi che (non tutti è ovvio) sanno essere molto crudeli. Personalmente aggiungo: tutto vero. Ma allora la colpa è anche della Rete che ha reso fruibile a domicilio e gratis una serie di indecenti perversioni che una volta si potevano soddisfare almeno con più fatica e anche un filo di vergogna. SimonaCi

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