lunedì, febbraio 19, 2007

Profumo di bolla...


In questi giorni sul blog di Camisani in una discussione che potrebbe essere molto interessante sul modello di business che sta dietro i siti di condivisione di filmati come youtube e tuovideo mi ha colpito molto il ritorno di una idea dalla quale credevo lo scoppio della bolla speculativa del 2000 ci avesse vaccinato.


L'iniziativa è interessante e chi la sta realizzando dichiara di farlo per sperimentare se ci sia spazio per avere successo replicando su scala locale la esperienza che Youtube ha realizzato su scala planetaria. Tralasciando il fatto che di iniziative simili ce ne sono molte anche nel nostro paese e sarebbe interessante analizzarle per valutarne le opportunità ed i problemi prima di intraprenderne un'altra, mi ha colpito la levata di scudi generale che ha sollevato una mia credevo banale domanda: se l'idea avrà successo come si sosterrà economicamente, quale ne è in altre parole il modello di business.


Sembra che l'idea di un modello basato sulla semplice asserzione che a un certo punto la sommatoria del costi deve diventare inferiore a quella dei ricavi e generare utile o almeno pareggio non sia condiviso: ci chi afferma che questa formula non serve per valutare il successo di iniziative che cambiano modi d'uso e culture di prodotto.


Ebbene io credo che per valutare la sostenibilità di una iniziativa questa formula valga da migliaia di anni e varrà per altri migliaia di anni, certo con diversità nei modi e nei tempi, ma alla fine della storia sempre qui dobbiamo arrivare.


Un modello di business comporta una idea, un mercato al quale proporla, una modalità di erogazione ed un conto economico. La rete prima e tutto l'insieme di tecnologie al cui risultato diamo il fumoso nome di WEB 2.0 hanno abbassato enormemente le barriere di ingresso: tempi e costi di realizzazione sono diminuiti come è diminuito enormemente il rischio di impresa. Se qualche cosa va male spengo due server e annullo un contratti di hosting ed i danni sono relativamente limitati.


Se sto giocando le cose vanno bene così. Quando installavamo nodi Fidonet ieri, o quando apriamo un sito personale oggi l'idea è quella di sperimentare per appagare un nostro desiderio e la sostenibilità è limitata solo da quanto denaro e quanto tempo vogliamo buttare nell'impresa.


Se facciamo sul serio dobbiamo però pensare alla sostenibilità della cosa fin dall'inizio, certo le cose poi potranno cambiare e dobbiamo essere pronti a cambiare modello in corso d'opera, ma questo non ci esime dalla necessità di formulare un modello.


L'unico caso nel quale il modello non ha gran senso è la fase iniziale di una bolla speculativa: i prezzi del bene crescono in modo totalmente non correlato con il suo reale valore e l'euforia finanziaria paga comunque i costi. Le bolle speculative, ce lo insegna la storia, non vengono mai nello stesso settore due volte e richiedono una maturazione di una cinquantina di anni: la cosa ci lascia poca speranza!


Non ci resta che elaborare un modello di business sensato, capire chi paga e perseguirlo...



bob

PS consiglio vivamente la lettura di Breve storia dell'euforia finanziaria un libretto di John K. Galbraith edito da Rizzoli

5 commenti:

  1. non può essere considerata superata la relazione costi ricavi, mai, e nel caso esistesse qualche ignorante capace di sostenere una tesi talmente assurda dovrebbe semplicemente essere deriso a livello popolare.
    Il bilancio d'esercizio per quanto mi riguarda è un documento che ha ben più di una semplice funzione informativa verso il portatore d'interesse e di capitali.

    p.s. mi permetto di polemizzare riguardo la moderazione dei commenti

    RispondiElimina
  2. ... integro il commento di prima (sempre se verrà poi pubblicato data la censura) aggiungendo una considerazione riguardo a tuovideo.it: In tal caso l'idea di avviare un progetto di questo tipo, come tutte le idee di fondo commerciale, va sicuramente in contro a considerazioni riguardanti il "costo d'avviamento" (fra virgolette dato che non vi è una vera e propria acquisizione d'impresa), di conseguenza se esiste la capacità finanziaria da parte dell'investitore per contrastare il rischio di una caduta, o di un fallimento, non vedo come ci si possa domandare il "perchè". Se in più il portatore di capitali è anche un "addetto ai lavori" e sostiene a suo favore che i costi sostenuti non sono nulla in proporzione alle potenzialità produttive (anche dal punto di vista del guadagno indiretto sul servizio fornito) del progetto non vedo come si possa minimamente sostenere il dubbio che non sia stato fatto un raffronto iniziale fra costi e ricavi!! (considerando nello specifico che per una piattaforma multimediale di qualsiasi genere un server rappresenta un bene di tipo patrimoniale di utilità pluriennale, quindi un investimento, quindi non un costo ma già un'attività dell'impresa).
    Queste sono le iniziative che se gestite bene, ripeto, se gestite bene, rappresentano il migliore investimento strategico da parte di qualsiasi imprenditore sulla faccia della terra.

    RispondiElimina
  3. Johnny in vita mia non ho mai censurato nulla, quale strano pensiero ti può fare ipotizzare che io censuri per la prima volta un messaggio che sostanzialmente avvalora la mia tesi?
    La moderazione la ho messa solo per evitare lo spam.

    bob

    RispondiElimina
  4. Roberto sono assolutamente d'accordo con te. Di questo passo arriveremo al Web 5.0 ma con Modelli di Business sempre 1.0. Tradotto: Advertising. Sintetizzato: banner e AdWords.
    (+ il miraggio dell'acquisizione, ma questo vale solo per 1 su 10000...tipo lotteria).

    Se qlc si vuole mettere in gioco come MCC fa benissimo a farlo. In un mondo (in particolare come la blogosfera) in cui tanti parlano ma nessuno fa nulla, investire tempo e denaro per creare qualcosa trovo sia apprezzabile. Che poi abbia successo o meno sarà il tempo a deciderlo.

    Per quanto mi riguarda io la vedo alla Tom Peters "differenziati o muori" ... e credo che l'ultima cosa di cui si senta il bisogno oggi sia una piattaforma di Video Sharing.

    RispondiElimina
  5. E' tutta una "bolla".

    La "bolla" immobiliare...
    La "bolla" delle borse...
    La "bolla" sui prodotti derivati...
    La crisi sistemica finanziaria travolgerà tutto e tutti, chi si salverà? Sono molti i segnali allarmanti che fanno temere il peggio:

    http://www.apri-i-tuoi-occhi.blogspot.com/

    RispondiElimina

Qualche esperimento...