domenica, marzo 18, 2007

Software locale: modello obsoleto?


Questa mattina guardavo una trasmissione su TPS, un servizio satellitare francese, che mostrava alcuni film tratti dalla enorme collezione di filmati dei fratelli Lumière, inventori del cinematografo.

Bellissimi spezzoni ovviamente in bianco e nero mostravano le prime centrali elettriche. Sono andato un po' in giro in rete a cercare informazioni sulla storia della distribuzione della energia ed ho trovato uno spunto che mi pare interessante.

Se girate in una zona di antica industrializzazione, per esempio la Pianura Padana, vedrete un sacco di vecchie ciminiere: un tempo tutte le fabbriche erano indipendenti dal punto di vista energetico e utilizzavano o la forza del vapore i quella di un corso d'acqua (nelle vecchie pubblicità le trovate definite come "opifici a forza idraulica").

Oggi le cose sono molto cambiate, l'energia viene prodotta altrove e trasportata in loco dalle linee elettriche, generatori locali sono utilizzati solo dove una mancanza di rete, evento peraltro rarissimo, può provocare problemi di sicurezza.

L'industria della produzione e distribuzione di energia elettrica trovò una iniziale resistenza da parte di chi era abituato a qualche cosa di locale e di controllabile, l'idea di dipendere da un complesso sistema di distribuzione faceva paura. Il crescere della affidabilità dei sistemi di distribuzione ha cancellato questi timori ed oggi a nessuno verrebbe in mente di costruire una centrale elettrica per alimentare ogni fabbrica.

Trovo una forte analogia con i programmi offerti in rete in sostituzione a quelli installati sulla macchina.

Da qualche tempo uso per scrivere tutti i miei testi Google DOC. A casa a Milano e al mare ho ottime connessioni WIFI, in ufficio sono ovviamente connesso e da tempo scelgo solo alberghi connessi, quando sono in giro uno la connessione via cellulare e se proprio so di dovere lavorare fuori linea scarico tutto su una chiavetta dove ho anche installato una versione portatile di OpenOffice.

L'offerta di software on line si sta arricchendo in modo molto significativo e veloce negli ambiti più disparati e presto potremo fare quasi tutto on line. Certo non mi aspetto che sia tutto sempre gratuito, ma sono certamente pronto a pagare soprattutto se potrò pagare per un reale utilizzo e non per enormi pacchetti dei quali anche l'utente più evoluto usa solo una piccola parte.

Quando racconto questo modo di lavorare ai miei amici la reazione è quasi sempre: "Come fai a fidarti così della rete?".

Potrei rispondere loro "E tu quando sali su di un ascensore come fai a fidarti della rete elettrica?".

La risposta è semplice: di fatto non mi fido e tutti i documenti importanti sono comunque copiati su più servizi. Devo comunque dire che se mi guardo indietro ho perso molti più documenti per problemi locali alle mie macchine che per problemi di rete e soprattutto negli ultimi tempi la connessione non è mai stato il problema.

Forse siamo di fronte a un vero cambio di paradigma!

Chissà forse tra non molti anni avere del software installato sulla macchina sembrerà strano come avere una centrale elettrica dedicata e vedremo le nostre macchine come scatole di supporto a un browser...

bob

PS quanti di voi sanno, a proposito di distribuzione elettrica, che la prima città al mondo dopo Manhattan ad averne una è stata Milano? Gli inglesi ci hanno preceduto di un anno, ma loro illuminvano un ponte, noi strade e teatri!

1 commento:

  1. Caro Bob, sono d'accordo con te. Proprio stamane leggevo su Corriere Economia che in Congo, Chiara Castellani è passata dall'usare i portatili nei suoi viaggi tra i villaggi congolesi, all'utilizzare una USB su cui le hanno caricato programmi freeware. Gli hard disk dei portatili venivano danneggiati dai viaggi sulle strade dissestate
    asa

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