giovedì, novembre 23, 2006

Bonduelle, verdure, blog e flog...


Da qualche settimana si legge nel mondo dei Blog italiani una generale levata di scudi contro una iniziativa di Bonduelle, si quella delle verdure, che avrebbe la colpa di avere aperto un Flog (Fake Blog, falso blog) dove i personaggi dei suoi spot pubblicitari scrivono e discutono con il pubblico.


Qualcuno propone paralleli con le iniziative Edelman per Wallmart.


Credo che qualche considerazione possa essere utile.


Non penso si tratti di un Flog.


Qui sappiamo benissimo che stiamo parlando con personaggi virtuali, Edelman fingeva di farci parlare con due viaggiatori reali che invece erano giornalisti pagati. Credo ci sia una bella differenza.


I blog nascono come log giornalieri e, nella stragrande maggioranza dei casi, tali restano perché non ci dobbiamo illudere: la grande massa della blogsfera è fatta dei ragazzini che raccontano del concerto, della ragazzina rossa con le treccine incontrata ieri sera portando a spasso il cane e delle loro disavventure scolastiche, i nostri blog concettuosi sono una minoranza.


In realtà molti blog, questo per primo, potrebbero forse più efficacemente essere in formato di sito dove si potrebbero organizzare meglio le cose suddividendo in modo logico gli argomenti e mettendo in successione i documenti perché seguono un filo logico e non perché sono stati scritti in giorni contigui, ma il blog è tanto più comodo come strumento ed immediato da impostare e manutenere: probabilmente è proprio per questo che lo privilegiamo.


Carlini ieri mi diceva che considera il suo blog un repository di sputi e di idee. E' vero in fondo si tratta di una specie di soffitta virtuale dove mettere le cose nel tentativo di non farle cadere nell'oblio...


Scandalizza il fatto che blogghino i personaggi di una fiction pubblicitaria? Ma come proprio noi che siamo tanto attratti dal concetto stesso di mondo virtuale da gioire quando sappiamo che una agenzia di consulenza apre un'isola su Second life ci scandalizziamo? Dove è la coerenza?


Dietro i personaggi c'è una redazione e non un singolo blogger?


E allora?


Qualcuno forse crede che il blog Grillo se lo scriva da solo, che i ministri nostrani e statunitensi passino le loro notti al blog? Non ci sono forse blog, come quello di Grazia, dichiaratamente scritti da redazioni?


Il blog di Bonduelle è un errore?


Forse...


Certo se resta solo un traffico in qualche modo “pilotato” certamente non serve a molto e probabilmente perderò di interesse da solo e verrà considerato un errore. Se saranno capaci di attirare traffico “vero” la cosa potrebbe acquistare interesse.


Tutto dipende dai contenuti dei post e dalla capacità di coinvolgere realmente una platea di utenti interessati.


Probabilmente unire il mondo reale con quello virtuale con un codice sulle scatole del prodotto che dia qualche privilegio in rete, sul modello Ferrero, potrebbe aiutare.


Io lo avrei forse realizzato un poco diversamente:

  • Avrei usato software da blog standard, così come è sembra un finto
  • Metterei un blogroll cercando di coinvolgere blog che parlano di diete salutistiche, blog di cucina, blog di palestre...
  • Avrei fatto un solo blog con 4 autori ben identificati da una foto in ogni post e non quattro blog separati che generano solo una inutile polverizzazione del traffico
  • Avrei puntato nei messaggi al salutistico, al ludico ed alla praticità di uno pasto da portare in ufficio, il sesso che funziona meglio con le verdure rosse mi pare un po' surreale!


Tra tante grandi aziende che ancora snobbano la rete ed i blog ben venga chi qualche cosa esperimenta, parliamone, condividiamo idee e critiche, ma senza quella spocchia da iniziati che ogni tanto traspare...

1 commento:

  1. Trovo il Flog di Ratatouille niçoise estremamente interessante se non fosse che tra i corpi in sospensione nel cucchiaio mi pare d'intuire ci siano dei lacerti di patata, e si sa che la patata non tira più,
    salvo casi prestigiosissimi di intellettual patata che rimangono, per alcuni, indiscutibili evergreen,
    sputi non mi piace come vocabolo,
    Jennifer Capriati

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