giovedì, dicembre 07, 2006

E se usassimo un e-francobollo?


Tutti i giorni passo almeno mezz'ora cancellando stupidissime mail di spam dalle mie caselle: perdo tempo e quando lo spam è numeroso la ripetitività del processo mi fa cancellare posta che invece dovrei leggere. Certo da tempo uso filtri antispam più o meno efficaci (quello di Gmail è il migliore di quelli che ho utilizzato), ma anche i filtri più sofisticati prima o poi bloccano posta utile che annegata nelle offerte di Viagra e di interventi per l'ingrossamento del seno finisce per andare persa.

Personalmente non credo che il ritorno per chi inonda la rete di spam sia significativo, ma ogni iniziativa si misura nel rapporto tra risultati ed investimento: in questo caso l'investimento è vicinissimo a zero e di conseguenza anche ritorni minimi rendono l'operazione accettabile.

Le statistiche e le proiezioni, devo dire impressionanti, indicano come il problema sia molto lontano dall'essere risolto: per il futuro se le cose restano come sono ci dobbiamo aspettare nelle nostre caselle di posta sempre più mail indesiderate.

In rete circola da tempo una proposta che Bill Gates ha fatto sua alcuni anni or sono a Davos: istituire un meccanismo con il quale fare pagare un francobollo dal valore molto basso a chiunque voglia inviare una mail a qualcuno. Una tassa dell'ordine del centesimo o della frazione di centesimo per ogni invio comporterebbe una spesa molto modesta per chi ne invia un numero fisiologico, mentre rappresenterebbe una spesa rilevante per gli spammer che di mail ne devono inviare decine di migliaia per avere una minima possibilità di raggiungere qualcuno interessato al contenuto dei loro messaggi. Tra l'altro si potrebbe ipotizzare che ogni utente possa avere la possibilità di mandare qualche centinaio di email gratuite ogni mese e che paghi solo se ne devono inviare di più.

Probabilmente questo non risolverebbe del tutto il problema, ma di certo il numero delle lettere di spam scenderebbe e la qualità delle proposte, anche se non sollecitate, salirebbe in modo significativo. In altre parole probabilmente riceveremmo proposte più ragionevoli e più mirate.

Certo è una ipotesi che comporta una serie non banale di problemi sia tecnologici che operativi, ma devo dire che se per risolvere il problema dovessi spendere qualche decina di euro all'anno la cosa non mi dispiacerebbe.

2 commenti:

  1. Tralasciando il fatto che non sono minimamente favorevole a questo tipo di soluzione, gli interrogativi che si solleverebbero sono molti: a chi andrebbero i soldi? come li pagherei?
    E se poi nasce la mail prioritaria? :)

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  2. mi chiedo se sarebbe possibile istituire un "certificato" o un'identità elettronica certa, che facciano da filtro preventivo.

    L'identità elettronica tra l'altro risolverebbe alla radice il problema della responsabilità di ciò che si pubblica.

    Se tutta la posta rimanesse cosi sul server e passasse solo quella "certificata" o con identità certa (e autorizzata da noi), lo spam non avrebbe piu senso. O no?

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