lunedì, marzo 19, 2007

Carlini e la blogsfera...

Carlini è un amico di vecchissima data e mi sono sempre trovato abbastanza allineato con lui su diversi argomenti. Devo dire che trovando in rete la levata di scudi sul sull'articolo nel quale senza mezzi termini attacca la blogsfera sono rimasto un poco sorpreso. Da qualche giorno ci sto pensando e credo di essermi fatto l'idea di una possibile chiave di lettura.

Qualche anno fa ero a un congresso ad Amsterdam, era il lancio si dBaseIII mamma mia quanto tempo è passato... , giravo in bicicletta con una amica, ci è venuta sete e siamo entrati in un locale senza guardare troppo l'insegna. Abbiamo chiesto due birre e ci hanno guardato come marziani: dopo un gustoso siparietto nel quale ci sono stati mostrati spinelli di ogni dimensione e torta alla cannabis abbiamo capito che semplicemente eravamo nel contesto sbagliato.

L'errore di contesto è un grave problema, è causa per esempio di una larga parte di incidenti aerei. Come fa molto giustamente notare Lupi credo che il discorso di Carlini sia viziato dal fatto di riferirsi al mondo dei blog e di applicare allo stesso una analisi che sarebbe molto corretta per il giornalismo: due contesti radicalmente diversi.

In genere con il termine blog ci si riferisce a qualsiasi sito che utilizzi software o servizi tipici. Forse varrebbe la pena una migliore tassonomia di un mondo tanto popolato (Goetz ne propone una interessante).

La stragrande maggioranza dei blog è gestita da persone normali che vogliono mantenere il contatto con gli amici, parlare di una band e organizzare feste, poi ci sono gli appassionati di qualche cosa che vogliono condividere la passione per la fotografia o per i loro trenini elettrici... in altre parole c'è gente che senza farsi tanti problemi di tassonomia sente l'esigenza di generare e condividere contenuti e relazioni.

All'estremo opposto ci sono i blog giornalistici nei quali l'utilizzo della struttura di blog viene scelta non perché più adatta, ma semplicemente perché più comoda ed immediata. Una piccola porzione di questi si pone il fine non di commentare, ma di dare notizie.

Ebbene credo che il ragionamento di Carlini si possa applicare solo a questa ultima categoria, non entro qui nel merito della correttezza del ragionamento, ma dell'ambito di applicazione.

Il discorso sul controllo delle fonti infine mi sembra un poco strano: non è che nel giornalismo vero sia una regola mi pare, avete letto per esempio il pezzo di Turani su Google?

4 commenti:

  1. Infatti il pezzo di Turani sembra proprio rappresentare perfettamente quando Carlini sia andato fuori linea.

    E' più forte di me: ma poi avete fumato ad Amstard o no? :)))

    Peraltro, tanto per sintonizzarmi col post, ho sviluppato diversi anni in Clipper che era il compilatore per dBase e te sai quanti anni fa succedeva questo... :)

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  2. Era un caldissimo giorno di luglio ed ero guest speaker al lancio europeo del prodotto: non quel giorno non abbiamo approfittato.
    Per gli altri giorni parlerò solo davanti al mio avvocato...
    Clipper, quanto ci ho lavorato!
    A quei tempi scrissi il primo libro in italiano su dBase, un prodotto assolutamente eccezionale ucciso dalla ingenuità degli uomini di marketing di Ashton Tate

    bob

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  3. Ah, la gloriosa Ashton Tate!
    Mi riaffiora alla mente un tuo articolo di secoli (informatii) or sono, su Bit o PC Magazine dove descrivevi il percorso sulla strada della California "passando davanti alla sede della GLORIOSA Ashton Tate"... MA TE LO RICORDI? ..Da una parte l'oceano e dall'altra le sedi di queste star che ormai avevano finito il loro splendore...
    E poi la comprò Borland. Non ho mai capito prerchè! Poteva tenersi il sio Paradox e andare avanti con quello... Che finale tragico!
    Ma scrivici una storia come sai fare tu!

    Un tuo lettore finito qui per caso.

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  4. Certo che mi ricordo, a quei tempi passavo più mesi in california che qui!

    Ciao!

    dadda

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