mercoledì, marzo 21, 2007

Produrre software offshore



Il vulcanico Camisani ci dice:

Quanto è bella la globalizzazione… Un po’ meno il fuso orario. Ho programmatori in india (4,5 / 5 ore avanti) e altri in california (9 ore indietro). Al mattino presto faccio il punto con gli indiani e la sera tardi con i californiani. Le cose si complicano quando durante il giorno bisogna risolvere un problema in carico a un californiano perché sino a metà pomeriggio non si ‘vede’. Oppure quando si è nel bel mezzo del lavoro e l’indiano deve andare a dormire o peggio semplicemente a casa.
Se continuerò a sviluppare prodotti in questo modo credo che incomincerò a creare i turni 24/24 anche qui in Italia per chi deve gestire i relativi coders. In questo modo anche a Milano ci sarà chi arriverà in ufficio alle 18 e chi invece alle 4 del mattino.
Il processo di innovazione dovrà forse scontrarsi con Bertinotti, ma non desisto…
Lo spunto è interessante e sapere che qualcuno sviluppa progetti relativamente piccoli e molto ricchi nelle interfacce usando programmatori offshore, in completa controtendenza con quanto accade di solito, è molto interessante e meriterebbe un dibattito.

Ho postato un commento, ma il nostro amico si ostina a censurare sistematicamente quello che scrivo, se a qualcuno interessa:

Marco devo dore chei tuoi interventi offrono spunti interessanti, io continuo a rispondere, tu se pensi che la censura sia lo strumento più valido continua pure ad applicarla, vorrà dire che li ripubblicherò altrove e siamo tutti conntenti.
Due le osservazioni:

1) ingegneria del software
Che tu abbia problemai con la produzione di software offshore credo sia ovvio ed è dovuto ad una applicazione della opportunità quantomeno bizzarra.
Vedi basta entrare da Heoply, nota libreria milanese per chi nonfosse milanese una libreria specializzata in volumi tecnici, andaro alla scaffale “Ingegneria del software” per trovare oramai volumi e volumi su questo tipo di problemi.
La produzione remota funziona bene con progetti molto grossi e che permettano una stesura di specifiche di dettaglio in anticipo.
Questo non si sposa per nulla con quelli che tu chiami progetti web 2.0 perchè come ben sai sono fatti a fasi relativamente piccole e con la trecnica del prototipo affinato via via: cercare di farli offshore porta a tragedia certa.
Quando dico grossi intendo proprio molto grossi: nel passato quando lavoravo per una grande banca italiana abbiamo valutato la cosa per il rifacimento dello sportello ed abbiamo desistitoperchè nonera abbastanza grande e definito per giustificare lo sforzo, conto anche tenuto del problema nonbanale della lingua della interfaccia.
Se scegli i progetti giusti non hai alcun bisogno di contattare tanto spesso gli sviluppatori (che tra l’altro coder non sono, le nuove tecniche hanno fatto sparire la distinzione analista-coder) ed il problema del fuso orario sparisce.
Non avevo capio che tu seiun esperto di ingegneria del software, francamente ti pensavo uomo di marketing, scusa. Non si riesce a trovare in rete un tuo curriculum di studi.

2 Contributo al PIL
Facci capire: tu lanci un messaggio sulla opportunità di navigare siti italiani per miglioare il PIL del paese e poi produci tutto all’estero?
Bizzarro!

dadda

5 commenti:

  1. Come al solito, sottoscrivo in pieno.

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  2. "Questo non si sposa per nulla con quelli che tu chiami progetti web 2.0 perchè come ben sai sono fatti a fasi relativamente piccole e con la trecnica del prototipo affinato via via: cercare di farli offshore porta a tragedia certa."

    Ho come l'impressione che MCC non abbia compreso questi concetti: http://gettingreal.37signals.com/ch03_Less_Mass.php, http://gettingreal.37signals.com/ch03_The_Three_Musketeers.php, http://gettingreal.37signals.com/ch08_Hire_Less_and_Hire_Later.php

    Per il resto concordo e non capisco la censura.

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  3. Azz mi sono dimenticato di aggiungere i miei dati al post qui sopra.

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  4. concordicchio, ma sottolinea la mancanza dell'inno del programmatore nostrano.

    "Se vuoi la professionalità, perché non vuoi pagarla?"

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  5. Sono d'accordo che quanto detto da MCC non abbia molto senso, soprattutto perche' un progetto web "agile" non richiede "coders" ma "developers" ovvero persone che diano il loro contributo di idee e non si limitino ad eseguire i compiti (vedi i link nel commento di Lawrence o questo http://www.ericsink.com/No_Programmers.html ) .


    Questo a prescindere dalla nazionalita e dal posto dove vivono.

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Qualche esperimento...