mercoledì, giugno 13, 2007

Bush, panne e il giornalismo diffuso...



L'altro giorno il presidente degli Stati Uniti era a Roma. Spostandosi per la città nella sua blindatissima Cadillac ha avuto un problema: la macchina si è fermata e non ne ha più voluto sapere di ripartire.

Nulla di grave, un'altra macchina, questa funzionante, si è affiancata a quella ferma, gli uomini del servizio di sicurezza hanno formato un muro di protezione e Bush è stato trasferito ed è ripartito.

Qualche anno fa la notizia sarebbe stata raccolta da un cronista attraverso il racconto di qualcuno presente e sarebbe finita in un trafiletto insignificante.

Oggi abbiamo tutti la possibilità di vedere il filmato.

Cosa è cambiato?

Il primo cambiamento è di natura tecnologica: macchine fotografiche e telefonini capaci di riprendere filmati e minuscole cineprese sono oggi disponibili a prezzi tanto ridotti da renderle disponibili ad ogni angolo di strada. Pensare che il mio primo filmato lo ho fatto con la pellicola, lo ho sviluppato, montato con forbice e solvente e sonorizzato poi mi fa sentire tanto vecchio...

Il secondo cambiamento sta nella possibilità offerta dalla rete di condividere contenuti in modo semplice ed estremamente economico. e abbastanza semplice da invogliare la gente a farlo anche se non ha un particolare amore per la tecnologia.

L'insieme delle due cose è una delle mille definizioni di web 2.0 che ho raccolto nella mia caparbia quanto infruttuosa ricerca.

Qualcuno arriva a sostenere che per qualche verso il vero giornalismo sia questo e che sia nel futuro destinato a soppiantare il giornalismo come lo conosciamo oggi.

Io credo si sbaglino!

Il giornalismo spontaneo e diffuso si affiancherà sempre di più a quello professionale ed arriverà ad influenzarlo anche molto profondamente, ma non vedo le due cose in alternativa.

Del resto pensateci: da quando leggete i blog non cercate più informazioni sui giornali (cartacei o in rete che siano), alla radio ed alla televisione? Qualcuno pensa seriamente di poter essere informato in modo efficace solo dal giornalismo spontaneo e diffuso?

1 commento:

  1. Alfredo Accatino ha scritto che il giornalismo è la foglia di fico della falsità. Io penso che non sia neanche quella, ma solo il motivo per il quale molti affari accadono. Pensateci quando leggete, da un giornalista che ne è stato testimone, che qualcuno è morto.

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