lunedì, giugno 04, 2007

Crisi di astinenza...

Ho passato la domenica in un luogo meraviglioso, la Val di Mello (nella foto l'alba), una valle alpina aperta e verdissima chiusa dal ghiacciaio del Disgrazia. Ero con la classe della mia bimba che in questi giorni finisce la quinta elementare e con i genitori dei suoi compagni.

Arrivati al rifugio Resega mentre aspettavamo poleta taragna, salsicce e costine alla brace e stufato d'asino per molti la vera preoccupazione era la mancanza del campo necessario a fare funzionare il proprio telefono cellulare.

Devo dire che la cosa mi ha abbastanza colpito, l'essere dovunque connessi è diventato un bisogno primario. In certe occasioni mi ritrovo a chiedermi come diavolo facessimo prima, quando fuori di casa non eravamo mai connessi e le usanze erano assolutamente diverse.

Mi ricordo che pochi anni dopo la laurea feci un costosissimo contratto con un servizio di cercapersone che sul solo territorio di Milano gracchiava un messaggio da una scatolina che si teneva appesa alla cintura. Una cosa molto invadente, allora preziosissima ed oggi completamente uccisa dai cellulari.

Il bisogno di telefonare è diffuso tanto che il custode del rifugio quando vede qualcuno aconsolato con il telefono in mano si avvicina e chiede quale contratto il malcapitato abbia. Ebbene nei dintorni del rifugio ci sono angolini nei quali per la magia della riflessione delle onde radio arriva il segnale di qualche provider. Ed ecco gli utenti TIM attraversare il fiume su un ponte traballante, superare un gregge di capre, salire su di un masso ed aspettare che il telefono si sincronizzi con la rete tenendolo in mano alto replicando la posizione della statua della libertà.

Io il telefono lo ho lasciato spento nello zaino e mi sono dedicato alla polenta che credetemi era tanto buona da consolarmi pienamente!

bob

4 commenti:

  1. Chissà perché quel ghiacciaio si chiama così...Farò ricerche ;-*

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  2. Questa la versione più accreditata:

    "Un nome che non deve indurre in errore, pensando a chissà quali sventure: l’etimologia della montagna deriva probabilmente dal termine dialettale “Desglacia”, riferito alle sue numerose vedrette, che d’estate mandavano (e mandano ancora oggi, nonostante la drastica e drammatica riduzione subita negli ultimi anni), ingenti quantità d’acqua di fusione verso valle."

    bob

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  3. Se non erro, quella è la passeggiata che facevo ogni anno per iniziare la stagione estiva in montagna... :)

    Condivido la preferenza per la polenta uncia rispetto a un 'banale' campo magnetico. :)

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  4. Ah! Bella come etimologia. Grazie, carissimo! :-*

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