sabato, aprile 12, 2008

Avere un parere su ogni argomento...



Si ho fatto in tempo a vedere la televisione con un canale solo e in bianco e nero e con il simbolo della RAI che apriva le trasmissioni alle quattro del pomeriggio con la TV dei ragazzi, seguita dal mitico "Non è mai troppo tardi" trasmissione dalla quale imparai a leggere e a scrivere dal maestro Manzi prima di comunciare a frequentare le scuole e finiva verso mezzanotte dopo le previsioni del tempo.


Tutti i giorni, in prima serata, il viso simpatico e la voce napoletanissima di Alessandro Cutolo, seduto dietro una scrivania che a me sembrava allora grandissima, parlava di tutto e di tutti ed aveva un parere molto preciso su qualsiasi argomento la mente umana fosse capace di immaginare.

Ai miei occhi di bambino la cosa pareva bellissima e lo ammiravo molto, poi, crescendo, mi sono reso conto di come avere una opinione su tutto sia un po' come non avere una opinione su nulla.

La cosa mi è tornata alla mente leggendo "La coda lunga" di Chris Anderson. La rete in generale e, per quanto attiene alla scrittura, i blog in particolare dovrebbero rendere possibile la magia: ognuno scrive di qualche cosa che conosce e trova in qualche punto della coda qualcuno interessato che lo mette in un aggregatore e lo segue.

Basta però un giretto nella blogosfgera per scoprire che non tutti hanno raccolto questa bella opportunità. Ci sono blogger che parlano di tutto, giudicano tutto e lo fanno come se fossero convinti di essere detentori del verbo su ogni possibile argomento.

Non mi pace...

L'unica regola che seguo nello scrivere questo blog è di limitrarmi ad argomenti sui quali ritengo di avere un minimo di background, intendiamoci non per questo penso di dire sempre cose giuste o condivisibili, ma almeno parto da una base.

bob

7 commenti:

  1. Da un lato ti do ragione, però dall'altro mi sembra anche di difficile applicazione.

    Il motivo principale è che, di fatto, tutti hanno opinioni su tutto. :)
    E a volte, anche chi ne sa poco può dire qualcosa di giusto. ;)

    La differenza sta invece nel dare troppo peso a chi parla di tutto, dandogli sempre pieno credito per tutto ciò che dice.

    Nel senso: io posso parlare di moda, ma so benissimo di saperne poco e quindi mi aspetto di venire corretto o di ricevere integrazioni e aggiunte nei commenti.

    Sarebbe però sbagliato che mi venisse attribuito eccessivo valore in quell'ambito, perché è evidente che non è quello in cui ho competenza.

    Intendo dire che il problema non è nel dire le cose su qualunque argomento, il problema è dal lato personale darsi eccessivo credito quando si scrive, mentre dal lato sociale dare eccessivo credito a chi ha scritto. :)

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  2. Quoto folletto. Io sono in parte d'accordo con l'overload d'informazione in parte però non critico chi ha il coraggio di dire la propria pur sapendo che non è competente ne ha piena conoscenza dell'argomento. Purchè sia chiaro ed esponga i suoi motivi, esca fuori in maniera palese o meno il perchè ne sta parlando.

    Siamo sinceri: in TV ci sono miliardi di opinionisti. Nella rete altrettanto, anche di più, però qui c'è maggiore libertà di scelta e contestazione. Non mi pare poco.

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  3. quoto folletto e dario :)

    Perché non possiamo accettare semplicemente che ciascuno scriva quel che gli pare?

    Prima hanno tentato di farci passare per giornalisti ma, visto che non ci sono riusciti, ora ci rampognano ogni volta su qualche cosa, e i blogger diventano a turno narcisi, superficiali, logorroici, esibizionisti... secondo le necessità.

    Ciascuno si esprime come gli pare, esperto o no (devono parlare solo gli esperti?) sull'argomento che piu ritiene opportuno...

    Dovrebbe essere la cosa più bella del mondo, la libertà totale, ma a molti questo evidentemente non va giù

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  4. Io invece credo che Folletto, Dario e Aghost abbiano interpretato in maniera troppo radicale il senso del post di Roberto, che mi sento di condividere in gran parte.

    Nessuno vieta ai bloggher di parlare di cio' che gli pare, semplicemente dovremmo (tutti) evitare di farlo "pontificando" anche su argomenti che non conosciamo con la dovuta perizia.

    Wittgenstein (il filosofo) dovrebbe insegnare: "Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere".

    Ma si sa, gli italiani sono tutti allenatori della nazionale.
    :)

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  5. Il bello della Rete è proprio questo: qualsiasi cosa scriviamo, ci sarà sempre qualcuno che potrà migliorarla, scrivendola meglio.
    Proprio per questo credo che in più si scrive, meglio è. Anche chi "pontifica", al di là di sortire una sana antipatia, non potrà mai produrre gravi danni. Io la vedo un po' così.

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  6. Tralasciando commenti sul frustrato di turno che riesce a parlare solo nascondendosi dietro l'anonimato devo dire che le osservazioni sono interessanti.

    In buona sostanza comunque io non mi arrogo il diritto di dire che cosa uno possa o non possa scrivere in rete, dico solo che quando qualcuno ha un parere proprio su tutto alla fine mi viene da pensare che siano pareri molto labili.

    In realtà non è vero che tutti abbiamo un parere su tutto: ci sono un sacco di argomenti per i quali io non mi sento pronto a esprimere un parere ed è per esempio il motivo per cui quando parlo di certe cose sottolineo che si tratta nel caso solo di una sensazione vaga.

    Vi faccio un esempio per chiarire. Qualche mese fa un blogger, sinceramente non ricordo chi fosse, ha segnalato una pagina, credo fosse quella di Feltrinelli, stracciando sile vesti per un presunto evidentissimo errore di progettazione citando anche un guru dell'usabilità.

    Qualche giorno prima avevo fatto un focus group con i miei studenti di un master nel corso di web design analizzando anche quella pagina e non ci eravamo accorti di nulla.

    Andandola a vedere ci siamo accorti che non ci eravamo accorti di nulla perché non c'era nulla di tanto drammatico.

    Ebbene dire che una pagina non ti piace è assolutamente logico per tutti, muovere critiche circostanziate sulla base di una preparazione teorica in un argomento che non si possiede è, a mia modesta opinione, poco costruttivo.

    bob

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