domenica, aprile 13, 2008

La forza della abitudine?

Nei giorni scorsi ho acquistato una nuova automobile ed ho scoperto che è ancora difficile trovarne una pronta da un concessionario che abbia il cambio automatico.

Sembra che la stragrande maggioranza degli italiani preferisca il cambio manuale.

Analizzando le due soluzioni, cambio automatico e cambio manuale, da un punto di vista della usabilità non ci sono dubbi che oggi la versione automatica vinca di gran lunga. I cambi attuali, in particolare quelli robotizzati, offrono prestazioni del tutto paragonabili alla alternativa manuale ed anche la differenza nei consumi, nota dolente nel passato, è oramai molto contenuta.

A questo punto mi viene naturalechiedremi quali siano le ragioni della preferenza.

bob

5 commenti:

  1. Differenza sul prezzo d'acquisto dell'auto; minor piacere di guida; differenza di consumi contenuta solo sui motori di piccola cilindrata.

    Renzo L.

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  2. In famiglia abbiamo due auto con il cambio automatico ed una con quello manuale.
    Personalmente continuo a preferire quella (tra l'altro più piccola e meno potente) con il cambio manuale.
    La sensazione di guida è ben diversa e sebbene in città l'automatico sia il santo protettore dei dolori al piede della frizione, non appena vuoi guidare con un pizzico più di brio, il manuale non ha avversari. Non ho mai provato un sequenziale con comandi al volante di una Ferrari però... :-P
    Ciao,
    Emanuele

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  3. -si perde in divertimento (a molti piace guidare)
    -si passa per sfigati o pigri (ma quello c'ha il cambio automatico perchè non è capace ad usare quello manuale?)
    -non è un vero vantaggio una volta che hai intimizzato l'uso del cambio manuale (cioè è un vantaggio notevole per chi deve imparare a guidare ma una difficoltà aggiuntiva per chi è abituato al manuale)

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  4. Caro Roberto,
    ho preso anche io un'auto con il cambio automatico nei giorni scorsi. Me la consegnano la settimana prossima.
    A mio parere è effetivamente più comodo, ma la ripresa lascia un po' a desiderare e anche i costi non sono da sottovalutare...

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  5. Mi tornano in mente i paragrafi di apertura de "Design Emozionale", dove parlando di teiere Norman dice che nonostante la sua vasta collezione di teiere e la sua passione per questi oggetti, tutte le mattine il primo gesto è attivare l'anonimo ma funzionale bollitore elettrico.

    Nel caso del cambio, specie in Italia, ho idea che si attivi il meccanismo contrario, in cui una serie di fattori concorrono a far prevalere la molla emozionale su quella razionale:
    * tutti abbiamo investito tempo e sforzo nell'imparare l'utilizzo del cambio manuale (cosa che non mi risulta sia scontata, ad esempio, negli USA)
    * come diceva trini c'è un fattore culturale d'orgoglio che pesa (almeno nell'utenza maschile)
    * probabilmente un'infondata sfiducia nel mezzo a causa del "sentito dire" e delle leggende urbane
    * il cambio, almeno quello di alcune auto, da un feedback estremamente piacevole... come quello dei vecchi interruttori, o delle macchine da scrivere: la percezione di una meccanica di precisione che si attiva e, immancabilmente, "funziona" -> senso di sicurezza, trionfo, solidità.

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