domenica, aprile 27, 2008

No, non siamo mai tutti uguali...

Periodicamente si scatenano polemiche: succede puntualmente ogni volta che una società invita ad un evento un gruppo di blogger. L'ultima delle polemiche ha come bersaglio l'invito di trenta blogger a partecipare a un incontro a Roma con Al Gore. Montemagno aveva iniziato con una idea credo molto corretta: ha invitato i 30 blogger che pensa possano fare domande intelligenti e dare il giusto rilievo all'evento chiedendo loro poi di invitare a loro volta, come spettatori, altri blogger in modo da riempire la sala.

Molti degli esclusi dall'elenco se le sono presa e apparentemente Marco invece di mantenere una posizione che, lo ripeto, a me sembra sacrosanta, si è lasciato andare all'onda equalitaria ed ha velatamente annunciato che all'incontro possono andare tutti. Già trenta persone che fanno una domanda sono troppe, 500 rischiano di rendere tutto l'evento ingestibile.

Marco afferma riguardo alle modalità di accesso alle domande a Gore: "stiamo disponendo un meccanismo a prova di qualsiasi critica" e afferma più avanti "senza distinzioni di blogger di serie A o di serie B.".

Balle! In ogni attività umana esisto persone di serie A e di serie B... L'evento è un evento fatto per comunicare, pensare che tutti i blog abbiano la stessa efficacia comunicativa è come credere alla favola di Cappuccetto Rosso.

Una cosa mi ha colpito questa volta come mi aveva colpito in altre simili circostanze: i blogger sembrano pensare di essere tutti uguali, ma non lo sono. La rete cambia gli strumenti, ma per cambiare dinamiche che sono lì da sempre non bastano le tecnologie, serve un buon motivo e tempo, tanto tempo.

Un poco di polemica è nata anche intorno all'invito dei blogger all'incontro in Microsoft con Ballmer: esattamente come gli uffici stampa invitano i giornalisti "giusti" gli stessi uffici stampa cercano di invitare i blogger che ritengano possano dare all'evento una visibilità che dal loro punto di vista ritengono efficace e corretta.

Io scrivo su PC Magazine: se viene lanciato un nuovo pacchetto comsumer o una nuova scheda video sono considerato un giornalista di serie A, se viene annunciata dalla stessa società una operazione di natura squisitamente finanziaria mi mettono in serie Z e nemmeno mi invitano. E' giusto e normale...

Se invitare i blogger serva o meno allo scopo degli uffici PR delle aziende credo non lo sappia ancora bene nessuno, si stanno facendo esperimenti e staremo a vedere, ma se la cosa prendesse piede i blogger si devono convincere di non essere tutti uguali: a seconda della circostanza ci saranno sempre, che ci piaccia o non ci piaccia, quelli di serie A e quelli di serie Z.

Come spesso succede l'idea che in rete per qualche strano motivo non valgano dinamiche consolidate è in molti casi giustificatissime porta spesso a giudizi del tutto sbagliati: è la solita sindrome del credere di essere speciali!

Bene ha espresso questo concetto Annarella in un post che mi sembra molto azzeccato.

bob

PS: a me piacerebbe molto fare qualche domanda a Gore, ma non certo sulla Current TV e di conseguenza resto in Costa Azzurra e seguirò le polemiche dopo...

5 commenti:

  1. Roberto, sono d'accordo pure questa volta ;)
    Ma dove sei in Costa Azzurra? Io ho casa a Juan Les Pins...

    RispondiElimina
  2. Roberto deduco che non hai letto il primo post sull'evento di Gore (è sempre stato aperto a tutti sin dall'inizio). Rileggilo.

    E si concordo sul fatto che in Rete ( e nella vita!) ci sono sempre distinzioni.

    Salutami la Cote.

    Monty

    RispondiElimina
  3. Anche io sono d'accordo, quindi smettiamola di fare finto egualitarismo, ma predisponiamo metodi tali per cui le polemiche vengano spente sul nascere.

    Un buon utilizzoo della blogsfera e dei suoi elementi prevede (anche) questo.

    Dopotutto nel giro di sei mesi il permalink di uno sconosciuto può essere più rilevante di quello di un Big, quindi meglio esser chiari..

    RispondiElimina
  4. Sono d'accordo con il concetto, ma personalmente ritengo che il problema non sia funzionale, ma comunicativo.

    Intendo dire che non è il fatto di "avere scelto" il problema, è stato il modo in cui è stato identificato quel gruppo.

    Esempio Microsoft dell'altro giorno, visto che posso considerarmi tirato in causa: "Stampa & Blogger" identifica due categorie ben precise.
    Ora, perché la categoria "Stampa" poteva accreditarsi liberamente come tale, mentre "Blogger" richiedeva un invito?

    Prendiamo il caso attuale?

    Il post originale definisce le 30 persone nel seguente modo:
    1. "coinvolgere anzitutto circa una 30ina di persone (d'ora in poi, la "sporca 30ina"), diciamo blogger, che stimo e che conosco"
    2. "blogger più autorevoli/attivi/ecc"
    3. "quelli che si sono meritati la pagnotta in questi anni a furia di post"
    4. "La "sporca 30ina" avrà un invito ufficiale di Sky, sarà accreditata con accesso "VIP""
    5. ...

    Questo NON è un criterio di selezione. In nessun mondo. Il problema grosso qui NON è che sono state scelte 30 persone, è come questa scelta è stata comunicata con il pubblico.
    E... diamine, probabilmente avrei fatto lo stesso errore, ma non dovrebbe fare una gaffe così una persona che tratta di comunicazione da mattina a sera, no? :D

    A mio avviso, quindi, i problemi qui sono stati due:
    1. Non vi è stato un chiaro criterio di selezione.
    2. Vi è stato un grosso problema di comunicazione.

    Il ritorno sui propri passi di Montemagno mi sembra un indice abbastanza chiaro del problema 1, mentre la polemica evidenzia il problema 2. :)

    RispondiElimina
  5. Sono completamente d'accordo con te. L'ho scritto e lo ribadisco.

    RispondiElimina

Qualche esperimento...