Roberta nuota con la testa fuori dall'acqua, ovvero abbiamo paura di quello che non cosnosciamo! (...e i giornalisti ci marciano)
La mia amica Roberta è una gran sportiva ed una convinta salutista. Da qualche giorno nuota con la testa asciutta con una spinta degna di Ester Williams!
Roberta non ha velleità cinematografiche, ma ha paura che l'acqua sia diventata radioattiva o che le alghe abbiamo subito qualche pericolosa mutazione dopo gli incidenti agli impianti nucleari di Tricastin. Sembra che un giornale locale sia uscito con la notizia: centinaia e centinaia di chilometri di costa inquinati!
Ebbene al di là del cercare di capire quale protezione potrebbe mai dare non immergere la testa, l'acqua che passa nel Rodano davanti all'impianto nucleare di Tricastin per arrivare qui deve fare un paio di centinaia di chilometri di fiume e altri trecento di mare Mediterraneo: perché dopo una diluizione di questo tipo la radioattività si possa sentire qui la fuga all'origine dovrebbe essere tale da trasformare la bellissima valle del Rodano in una steppa desolata! In realtà gli incidenti sono stati classificati di livello 0 il che significa che fuori dal perimetro della centrale l'inquinamento è stato irrilevante.
Certo possiamo dire che ci stanno raccontando balle, cosa sempre possibile, che stanno nascondendo il problema, ma resta il fatto che per sentire qualche effetto a questa distanza gli effetti locali sarebbero tanto devastanti da non poter certamente essere tenuti nascosti.
Il problema nasce dal fatto che tutti noi temiamo le cose che non conosciamo e dalla demonizzazione del nucleare che viene sistematicamente condotta dai mezzi di informazione. Un minimo incidente viene dipinto come una catastrofe mentre non ho mai letto un articolo sul numero di morti per tumore certe che viene diminuito ogni anno evitando di emettere in atmosfera gli inquinanti che inevitabilmente le centrali che bruciano combustibili fossili sputano dalle ciminiere.
E' il solito problema della distanza tra percezione e realtà!
Un problema analogo si verifica quando si parla di Internet: i pericoli e gli incidenti vengono sovra-enfatizzati sistematicamente e si perde totalmente il senso del paragine tra i pericoli che si corrono nel mondo reale e quelli che si corrono in rete chiedendo di fatto alla rete una sicurezza molto superiore a quella che accettiamo ogni giorno per esempio mettendoci in tasca una carta di credito o un Bancomat.
L'altro ieri tutti i giornali parlavano del furto di identità subito da un commerciante su eBay: il problema esiste certamente e la nostra identità va protetta, ma anche nel mondo degli atomi c'è un fisiologico tasso di gente che riesce a spacciarsi per qualcun altro e truffare qualcuno e la cosa non finisce sui giornali a meno che si tratti di una truffa molto rilevante. La maggior parte delle truffe con carte di credito non avviene in rete, ma il numero viene rubato in un pubblico esercizio dove tra l'altro la cosa è molto più facile.
Poi ci si mette anche la ignoranza delel associazioni deiconsumatori: ieri alla radio quancuno ha affermato che eBay deve garantire una sicurezza del 100%! Parlare di sicurezza assoluta è in ogni campo solo una idiozia, la sicurezza assoluta non esiste per definizuione, ma fino a che continueremo a permettere ad un avvocato, che ovviamente di queste cose capisce poco, di pontificare continueremo a sentire queste bufale...
Pesonalmente ho vissuto il problema molto da vicino quando ero Direttore ricerca e sviluppo del Banco Ambrosiano Veneto ed ho seguito il progetto che avrebbe portato la nostra banca offrire per prima in Italia e tra le primissime in Europa servizi di pagamento in rete. Ricordo le interminabili riunioni con l'auditing che chiedeva a me livelli di sicurezza altissimi, certamente miolto più alti di quanto non si accettasse per esempio per le transazioni eseguite al telefono, via fax o allo sportello automatico.
Ricordo che per convincere un collega della assoluta idiozia insita nel fidarsi di disposizioni inviate via fax solo perché c'era una firma gli invia a Natale un fax di auguri con la firma autografa del presidente, una entità in banca mitica e quasi immateriale per un comune impiegato.
Cosa fare?
In rete si trovano sempre più blogger che sdegnati presentano articoli che enfatizzano i pericoli della rete. Credo che la cosa sia utile, ma non bisogna cercare di dimostrare che la rete è ultrasicura perché i problemi ci sono e ci saranno sempre, bisognerebbe cercare di dimostrare come il livello di sicurezza di un sito ben scritto è più che adeguato alla protezione delle transazioni che vi si eseguono.
Resta per me un mistero il motivo per cui la tecnologia della firma digitale, che potrebbe portare la rete a superare di gran lunga in sicurezza il mondo degli atomi, non venga adottata su larga scala: basterebbe un lettore di smartcard in ogni PC, un oggetto che costruito nella macchina potrebbe costare neno di 10 dollari, e la assegnazione di un certificato di firma insieme alla Carta di identità.
bob
Roberta non ha velleità cinematografiche, ma ha paura che l'acqua sia diventata radioattiva o che le alghe abbiamo subito qualche pericolosa mutazione dopo gli incidenti agli impianti nucleari di Tricastin. Sembra che un giornale locale sia uscito con la notizia: centinaia e centinaia di chilometri di costa inquinati!
Ebbene al di là del cercare di capire quale protezione potrebbe mai dare non immergere la testa, l'acqua che passa nel Rodano davanti all'impianto nucleare di Tricastin per arrivare qui deve fare un paio di centinaia di chilometri di fiume e altri trecento di mare Mediterraneo: perché dopo una diluizione di questo tipo la radioattività si possa sentire qui la fuga all'origine dovrebbe essere tale da trasformare la bellissima valle del Rodano in una steppa desolata! In realtà gli incidenti sono stati classificati di livello 0 il che significa che fuori dal perimetro della centrale l'inquinamento è stato irrilevante.
Certo possiamo dire che ci stanno raccontando balle, cosa sempre possibile, che stanno nascondendo il problema, ma resta il fatto che per sentire qualche effetto a questa distanza gli effetti locali sarebbero tanto devastanti da non poter certamente essere tenuti nascosti.
Il problema nasce dal fatto che tutti noi temiamo le cose che non conosciamo e dalla demonizzazione del nucleare che viene sistematicamente condotta dai mezzi di informazione. Un minimo incidente viene dipinto come una catastrofe mentre non ho mai letto un articolo sul numero di morti per tumore certe che viene diminuito ogni anno evitando di emettere in atmosfera gli inquinanti che inevitabilmente le centrali che bruciano combustibili fossili sputano dalle ciminiere.
E' il solito problema della distanza tra percezione e realtà!
Un problema analogo si verifica quando si parla di Internet: i pericoli e gli incidenti vengono sovra-enfatizzati sistematicamente e si perde totalmente il senso del paragine tra i pericoli che si corrono nel mondo reale e quelli che si corrono in rete chiedendo di fatto alla rete una sicurezza molto superiore a quella che accettiamo ogni giorno per esempio mettendoci in tasca una carta di credito o un Bancomat.
L'altro ieri tutti i giornali parlavano del furto di identità subito da un commerciante su eBay: il problema esiste certamente e la nostra identità va protetta, ma anche nel mondo degli atomi c'è un fisiologico tasso di gente che riesce a spacciarsi per qualcun altro e truffare qualcuno e la cosa non finisce sui giornali a meno che si tratti di una truffa molto rilevante. La maggior parte delle truffe con carte di credito non avviene in rete, ma il numero viene rubato in un pubblico esercizio dove tra l'altro la cosa è molto più facile.
Poi ci si mette anche la ignoranza delel associazioni deiconsumatori: ieri alla radio quancuno ha affermato che eBay deve garantire una sicurezza del 100%! Parlare di sicurezza assoluta è in ogni campo solo una idiozia, la sicurezza assoluta non esiste per definizuione, ma fino a che continueremo a permettere ad un avvocato, che ovviamente di queste cose capisce poco, di pontificare continueremo a sentire queste bufale...
Pesonalmente ho vissuto il problema molto da vicino quando ero Direttore ricerca e sviluppo del Banco Ambrosiano Veneto ed ho seguito il progetto che avrebbe portato la nostra banca offrire per prima in Italia e tra le primissime in Europa servizi di pagamento in rete. Ricordo le interminabili riunioni con l'auditing che chiedeva a me livelli di sicurezza altissimi, certamente miolto più alti di quanto non si accettasse per esempio per le transazioni eseguite al telefono, via fax o allo sportello automatico.
Ricordo che per convincere un collega della assoluta idiozia insita nel fidarsi di disposizioni inviate via fax solo perché c'era una firma gli invia a Natale un fax di auguri con la firma autografa del presidente, una entità in banca mitica e quasi immateriale per un comune impiegato.
Cosa fare?
In rete si trovano sempre più blogger che sdegnati presentano articoli che enfatizzano i pericoli della rete. Credo che la cosa sia utile, ma non bisogna cercare di dimostrare che la rete è ultrasicura perché i problemi ci sono e ci saranno sempre, bisognerebbe cercare di dimostrare come il livello di sicurezza di un sito ben scritto è più che adeguato alla protezione delle transazioni che vi si eseguono.
Resta per me un mistero il motivo per cui la tecnologia della firma digitale, che potrebbe portare la rete a superare di gran lunga in sicurezza il mondo degli atomi, non venga adottata su larga scala: basterebbe un lettore di smartcard in ogni PC, un oggetto che costruito nella macchina potrebbe costare neno di 10 dollari, e la assegnazione di un certificato di firma insieme alla Carta di identità.
bob
Stranamente approvo in pieno il tuo post :-)
RispondiEliminaIn teoria la firma elettronica, in lombardia, già ci sarebbe basta andare alla posta con la propria carta dei servizi e ti viene rilasciata il probema è che non c'è un posto dove utilizzarla :-)
ciao
grande..
RispondiEliminanon saprei cosa aggiungere.. quoto al 100%..