lunedì, marzo 02, 2009

Il reale peso dei blogger...

Ai convegni sulla rete e soprattutto ai barcamp si sente ossessivamente ripetere che i blogger sono anche una forma si controllo sui fornitori di prodotti e servizi e che oggi farla franca è diventato per loro sempre meno facile.

Molti dotti commentatori, quasi tutti blogger, aggiungono che una ondata di opinioni negative sui blog può fare la disgrazia di una organizzazione, mentre una opportuna attenzione può farne la fortuna.

Sarà vero?

Francamente io non ricordo nessuna situazione che abbia provocato veri danni, intesi come sostanziale perdita di business, a un venditore di beni e servizi solo perché nella blogosfera sono circolati messaggi negativi, come del resto non ricordo nessuna situazione nella quale essere molto presente nei blog abbia dato un reale e misurabile vantaggio competitivo a una azienda.

Del resto è così semplice ottenere spazio sui blog che se fossero così importanti per indirizzare i clienti sarebbero invitati a un evento all'estero un giorno si e un giorno no.

La stragrande maggioranza dei blogger è contraria allo strapotere Microsoft, lo ha dimostrato il flop dell'incontro del suo amministratore delegato con le blogstar (per lo più hanno ignorato la cosa, molti ne hanno parlato male): nulla però è cambiato e Windows e Word sono ancora leader di mercato.

Credo che a questo proposito si debba meditare anche sulla uscita di Rayan Air che a fronte di una pacata segnalazione di un errore nel sito ha reagito in modo violentissimo fino ad invitare, in buona sostanza, i blogger a stare nel loro patetico mendo virtuale senza rompere le balle a chi lavora per tenere i costi dei voli bassi (è una mia libera interpretazione, ma nella sostanza questo era il concetto espresso).

Ovviamente il programmatore che a aggredito in quel modo un cliente che segnalava un problema è solo un cretino che ha sbagliato mestiere, se l'errore c'era be vengano le segnalazioni (a me capita di pagare chi fa i test) se l'errore non c'era evidentemente c'è un problema di usabilità da prendere in seria considerazione.

La reazione ufficiale di Rayan Air fa pensare: è evidente che la compagnia ritiene che anche la ondata di sdegno che ha attraversato la blogosfera non sia poi tanto  negativa.  In altri termini gli aerei partono pieni malgrado l'imbarco modello carro bestiame, malgrado la scomodità dei sedili bloccati in posizione eretta per poter stipare più sedili e malgrado lo sdegno dei blogger.

Personalmente non volo con quella compagnia perché un minimo di comodità vale più del risparmio che potrei ottenere, ma evidentemente ci sono molti passeggeri che privilegiano il costo e mi sembra una cosa più che logica.

Un'altra fola che si sente spesso nella bocca delle blogstar riguarda la sparizione dei giornalisti di professione ad opera del giornalismo dal basso.  Il giornalismo dal basso e i contenuti generati agli utenti hanno certamente una grande importanza: senza di loro il comportamento vergognoso della polizia l'altro giorno a Bergamo sarebbe probabilmente passato sotto silenzio, ma da qui a dire che spariranno i giornalisti credo che ci sia un salto logico troppo lungo.

A suffragio della tesi viene spesso citato il volume di Vittorio Sabadin "L'ultima copia del New York Times, Il futuro dei gironali di carta".  Qui sorge un dubbio: questi signori leggono i libri che citano con tanta sicumera? Il volume sostanzialmente non parla della sparizione dei giornalisti, ma della sparizione dei giornali cartacei.

C'è una bella differenza!  L'avvento di una nuova tecnologia ha trasformati i vetturini delle carrozze a cavalli in autisti di taxy, ma non ha fatto sparire i professionisti del trasporto pubblico.

bob

7 commenti:

  1. A suffragio della tesi viene spesso citato il volume di Vittorio Sabadin "L'ultima copia del New York Times, Il futuro dei gironali di carta". Qui sorge un dubbio: questi signori leggono i libri che citano con tanta sicumera? Il volume sostanzialmente non parla della sparizione dei giornalisti, ma della sparizione dei giornali cartacei.

    Lo stesso dubbio che era sorto a me

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  2. Ciao Roberto, l'articolo è molto interessante e intelligente, ma se è vero da un lato che il peso dato ai blogger da alcuni è maggiore di quello che realmente hanno, credo che al giorno d'oggi monitorare la blogosfera e interagire con essa sia la migliore via possibile per le aziende. E' vero che ryan air vende lo stesso i biglietti, ma forse anche perché le critiche espresse non riguardavano il servizio in sé, e comunque parliamo di un settore particolare. Credo che se dalla blogosfera arrivassero critiche serie non ad una azienda ma ai suoi prodotti e/o servizi, allora quella azienda avrebbe di che preoccuparsi, e in questo caso l'esistenza di un blog aziendale potrebbe dare voce all'azienda più che un commento sgarbato!
    Sicuramente il dialogo in Rete non è ancora indispensabile, ma non è nemmeno inutile!
    Complimenti per il post!

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  3. Riguardo al reale danno non conosco casi particolari a parte una fabbrica di serrature che è quasi fallita, la dell che ha quasi chiuso alcune divisioni di produzione, e pochi altri casi.

    Esistono invece aziende di grande successo grazie alle ottime opinioni dei blog, Moo.com ad esempio.

    Poi che i blog siano meno importanti di quanto i blogger pensano è vero.

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  4. Alessio Jacona fa una interessante analisi anche su questo argomento:

    http://blogs4biz.libero.it/2009/perche-e-sbagliato-accettare-larroganza-virale-di-ryanair/

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  5. Non sono così convinto di quanto scrivi, mi trovo più allineato con le tesi di Luca Sartoni, già cominciano a diffondersi contenuti UGC che forse a Ryan Air non importano molto, ma pensa se qualche concorrente ne approfittasse.
    http://meemi.com/catepol/80769
    Il nostro volo costa qualche euro in più, ma almeno noi non ti trattiamo a pesci in faccia.

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  6. Francamente io non ricordo nessuna situazione che abbia provocato veri danni, intesi come sostanziale perdita di business, a un venditore di beni e servizi solo perché nella blogosfera sono circolati messaggi negativi, come del resto non ricordo nessuna situazione nella quale essere molto presente nei blog abbia dato un reale e misurabile vantaggio competitivo a una azienda.

    In merito, ti segnalo la vicenda di Kryptonite, azienda americana che alcuni anni fa ebbe non pochi problemi a causa del passaparola sul web riguardante un prodotto difettoso (accenni alla vicenda qui e qui).

    Può anche essere facile per un'azienda ottenere spazio sui blog, ma è certamente molto difficile correre ai ripari quando si è soggetti ad un cattiva pubblicità proveniente direttamente da chi ha comprato ed utilizzato il prodotto.

    Alessia

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  7. Resto dell'idea che il solo fatto di avere un blog seguito non ti faccia diventare di colpo una persona capace di fare il direttore di rete o top manager di multinazionale.
    Goetz e Sartoni sono persone che seguo ma non mi risulta siano in posizioni lavorative proporzionali a quanto sono conosciuti nella blogosfera ( anche se sgomitano ).
    Evidentemente per ricoprire incarichi di responsabilità non basta avere un blog seguito.
    Ma sul fatto che i blog possano viralmente dare fastidio sono d'accordo, anche se per metafora l'hacker assunto nell'ict a suon di soldoni ( negli anni passati ) non trova collegamento odierno con blogger visibile = direttore di rete o top manager.
    Sartoni sei simpatico ma con il tuo ego e i tuoi post sei convinto di avere visibilità, non pensi che ti sei giocato più di una occasione?
    Pensi che a fare come fai ti possano assumere al posto di una persona pluri-masterizzata, con esperienza internazionale, amica di molti top manager?
    Non basta fare la rete wireless del bagno al mare per dirsi manager delle reti ( per quanto sei capace ).
    Lo scrive uno pluri-masterizzato con amici top manager ( preferisco l'anonimato per ovvi motivi ).
    Sull'essere pubblico Sartoni ai più "palle" tu,
    ma forse ti costa in termini di occasioni.

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