mercoledì, ottobre 07, 2009

Social: where's the beef?



Ricordate Wendy's?  E' una catena di hamburger che fino a qualche anno fa era presente anche in Italia, è stato poi fagocitato da Mc Donald's.  E' un peccato perché è molto buono, gli hamburger sono enormi e permette di decidere cosa mettere nel panino. "Un big Wendy, no sottaceti, formaggio tutto...".

Uno spot nel 1984 presentava una simpatica signora con un enorme panino riempito, si intuiva dalla concorrenza, con un piccolissimo hamburger che si chiedeva "Dove è la carne?".  E' diventata una frase idiomatica, qualche cosa tipo "dove è la sostanza?".

Spesso la frase mi viene in mente quando sento dire che le aziende per sopravvivere devono per forza essere presenti sui social networks come Twitter, Facebook e Friendfeed, qualcuno ancora crede che siano determinati anche i blog, ma sono rimasti in pochi, moltissimi credevano fosse vitale Second Life, ma quelli sono tutti spariti.  No non hanno spesso di consigliare, si sono solo rifatti una verginità e consigliano altro...  Qualcuno ha cominciato a scrivere libri sull'argomento.

Che l'influenza della rete sulle decisioni di acquisto e sul rapporto tra cliente e fornitore sia sempre più determinante è cosa oggi assodata, il vero problema è capire se davvero questa influenza passi per le reti sociali. Io francamente ho ancora qualche dubbio.

Premesso che il discorso è molto generale e che ci possono essere eccezioni provo a proiettare il ragionamento su me stesso.  Io faccio della rete in generale e dei social in particolare un larghissimo uso.  Quando lavoro al PC, cosa che occupa la maggior parte del mio tempo, ho di fianco una vecchia macchina rivitalizzata grazie e Linux che uso per dare una occhiata a Facebook, Friendfeed e Twitter e almeno una volta al giorno do una occhiata a LinkedIn e a qualche altro social marginale.

Quando ho scelto di acquistare qualche cosa perché ne ho sentito parlare sui social?


Praticamente MAI.


Con quale fornitore il mio rapporto è migliorato per la sia presenza nei social?


NESSUNO.

L'unica eccezione che mi viene in mente sono i commenti dei navigatori sui siti di viaggi, alberghi, ristoranti, ma non si tratta di social generici, sono appendici social a siti specializzati.

Temo che, come spesso succede in rete e come è successo per i blog, si tenda a dare per scontata una influenza tutta da dimostrare.

Ho chiesto lumi a un autore che mi ha candidamente risposto che numeri reali sulla influenza dei social rispetto al business non ne esistono.

Altri mi citano l'enorme massa di persone che frequentano i social network, ma la cosa non vuole dire nulla: anche i gabinetti della stazione centrale sono molto frequentati, ma questo non vuole dire che la pubblicità sia più efficace che altrove. Il messaggio passa quando la gente è in condizioni mentali adatte a riceverlo: la rete sarà anche nuova, ma i fondamentali del marketing sono sempre gli stessi perché il cervello è rimasto sempre uguale.

Quando qualcuno mi chiede dove investire in rete la mia risposta è, a meno di poche eccezioni: bisogna investire sul sito, offrire grande usabilità e un portafoglio di servizi ricco, i social vanno tenuti d'occhio, come i blog, per avere una misura della propria reputazione in rete.


bob

3 commenti:

  1. Concordo pienamente.
    E' una osservazione molto pertinente, la tua.
    Da una parte internet offre enormi opportunita', dall'altra molte "vetrine" stra-citate funzionano molto per modo di dire....
    I fondamentali del marketing vanno considerati tutti, non solo alcuni!!
    Per cui "esserci" va sicuramente gestito con oculatezza, buon senso e anche forse distinguendosi dalla massa...
    Grazie

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  2. concordo..
    certo che in futuro l'approccio "chiedo suggerimenti al mio social network" inizierà a farsi sentire..
    mi è già capitato di chiedere tramite lo stato di facebook suggerimenti su locali o ristoranti e penso che questa tendenza crescerà ed in qualche maniera si strutturerà..
    non è chiaro come le aziende potranno influire su questo schema..

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  3. eheh... pensavo fosse una cosa assodata da quando Luca De Biase disse "Smettiamo di parlare di soldi". Invece mi sa che fai bene a battere ancora sull'argomento... perche' se aspettiamo che si riassorba da sola l'onda alzata da tutti quei fuffini del 2.0... apriti cielo... ci saranno ancora milioni di persone che tenteranno di farne uso mentre quelli che si rifanno l'imene se li spolpano. Ogni fuffino che ha parlato in questi 8 anni di amministrazione Bush IV ha prodotto 1,1 fuffini piu' giovani. Sara' un massacro. Insisti Dadda!

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