Lettera aperta alla Associazione Innovatori
Da qualche tempo la Associazione Innovatori pubblicizza la sua proposta di Carta Etica Digitale dichiarando di volere aprire un dibattito sull'argomento. Leggendo la carta si evince un uso assolutamente improprio del termine "digitale", si tratta in buona sostanza di una proposta di Carta Etica della rete.
La prima pagina del loro sito recita: "Innovatori è un'Associazione indipendente che promuove il confronto, il dibattito e la condivisione delle esperienze fra i partecipanti."
Qualche tempo fa mi sono letto la carta e ho chiesto qualche chiarimento su punti che non avevo capito e che continuo a non capire.
Massimo Melica (che sembra essere l'unico titolato a questo genere di rapporti) inizialmente mi disse che aveva molti impegni e di conseguenza bisogno di un poco di tempo per rispondere, successivamente a dichiarato che non pensava valesse la pena perdere del tempo per rispondere. "confronto, dibattito, condivisione", come direbbe Mina "parole, parole, parole".
Francamente faccio molta fatica a capire un atteggiamento del genere e penso che dopo avere sbandierato ai quattro venti questa iniziativa, dopo averla portata addirittura in TV in nome della "rete" con una delega dalle origini non ben chiare, rispondere alle garbate domande di un navigatore sarebbe abbastanza naturale e corretto.
Riporto dunque qui di seguito le mie domande sperando che qualche innovatore trovi il tempo per dare una risposta, probabilmente si tratta di incomprensioni da parte mia, ringrazio per i chiarimenti e mi scuso in anticipo.
-----------------
Da qualche tempo gira in rete una carta etica che a me lascia qualche dubbio sia in relazione alla sua utilità e opportunità, sia nella sostanza di alcuni degli articoli.
Francamente io penso che la rete, che altro non è che uno strumento di comunicazione e di accumulo di sapere, non abbia bisogno di un codice etico speciale, in rete dovrebbero valere l'etica e le leggi che già ci sono e che regolano la civile convivenza.
Leggendo la carta proposta la prima domanda che viene spontanea è: chi aderisce?
Un codice etico come lo definisce Wikipedia "Il termine codice etico, definisce in sintesi quell'insieme di principi di condotta che rispecchia, in riferimento a un determinato contesto culturale, sociale o professionale, particolari criteri di adeguatezza e opportunità." Se ho capito bene una carta è un codice senza sanzioni, bene resta da capire chi debba aderire.
Sottoscrivendo la carta ci si impegna a rispettarla, ma leggendo la carta proposta si trovano articoli che dovrebbero essere sottoscritti da utenti, articoli che regolano il comportamento di fornitori di servizi e addirittura articoli che si riferiscono a governi.
Riporto qui di seguito gli articoli che non ho capito.
Art.4 (Rispetto)
Chiunque nell’utilizzo di Internet e’ chiamato al rispetto della risorsa tecnologica nell’interesse proprio e della collettività.
Cosa vuole dire rispettare una risorsa tecnologica? Non spammare? Non spedire file troppo grandi in modo da non intasarla?
Stupisce un codice etico dove ci si impegna a rispettare una tecnologia, ma non si dice nulla del rispetto che si deve portare alle persone.
Art.5 (Verifica)
Chiunque nella diffusione di informazioni deve accertare e verificare, prima delle divulgazione delle stesse, la veridicità della fonte.
In rete io sono libero di raccontare la prima cosa che mi viene in mente, a patto che non sia lesiva della libertà e dei diritti di qualcun altro. Posso benissimo raccontare bugie esattamente come posso fare al bar con gli amici. Che senso ha impormi il controllo delle fonti?
Voglio fare un filmato che dimostri che questa mattina sono passati due asini volanti qui in corso Buenos Aires? Sono liberissimo di farlo, il controllo delle fonti sarà un problema del giornalista che riprende la notizia, lui si è tenuto al controllo delle fonti!
Art.7 (Anonimato)
Chiunque può ricorrere a sistemi di anonimizzazione etica qualora il Governo del proprio Paese ponga in atto azioni lesive verso i diritti e le libertà fondamentali dell’uomo.
Questa è la fiera della ingenuità. Un governo canaglia che pone in atto azioni lesive dei diritti dei propri cittadini secondo voi sottoscriverà mai un codice etico?
Questo articolo è anche molto pericoloso perché pone le basi alla apertura a un anonimato anche nei confronti della autorità giudiziaria che è l'ultima cosa della quale la rete ha bisogno.
Art.8 (Compilazione)
Chiunque scrive ed esegue un codice o un algoritmo informatico deve rispettare i diritti personali e patrimoniali altrui.
A parte l'uso misterioso del termine "compilazione" cosa diavolo vuole dire "scrive ed esegue codice o un algoritmo informatico"?
Dunque il codice è sempre l'espressione di un algoritmo (algoritmo informatico non vuole dire nulla) che trasformato in programma viene eseguito e da luogo, per esempio, a un servizio.
Proporrei di sostituire la cosa con "chiunque eroga un servizio in rete".
Compilazione in informatica è l'operazione che trasforma il codice in un programma eseguibile. Se prendiamo questa accezione stiamo dicendo che la regola vale per i linguaggi compilati e non per quelli interpretati? In Javascript sono libero di fare quello che voglio, se uso Java sono tenuto a rispettare questo articolo?
Art.9 (Standard)
Chiunque scrive ed esegue un codice o un algoritmo informatico deve porre ogni azione affinchè sia possibile garantire l’interoperabilità dei sistemi.
Perché mai se realizzo un servizio in rete ne dovrei garantire la interoperabilità, che tra l'altro andrebbe meglio definita?
Se lo voglio posso decidere di fare un servizio blindatissimo che non parla con nessuno: cosa ci sarebbe di non etico in questo? Il servizio è mio e lo realizzo come voglio, sarà nel caso poi il mercato a punirmi se la interoperabilità era un requisito importante.
Art.10 (Gratuità)
Chiunque produce e diffonde liberamente la propria conoscenza deve essere agevolato secondo il principio di sussidiarietà.
Qui francamente non riesco a capire di cosa si stia parlando!
Io non credo serva una carta etica, ma se la vogliamo fare almeno facciamola logica, comprensibile e mirata: lo stesso codice di comportamento non può valere per me, per Google e per il Governo perché facciamo cose molto diverse con diverse prerogative.
Dato il dibattito che continua in vari luoghi della rete e in risposta a questa lettera aperta, proponiamo di costituire un gruppo di lavoro multidisciplinare (giuristi, informatici, esperti di sicurezza ecc) che elabori una prima revisione della carta.
RispondiEliminaCome "luogo" deputato alla discussione suggeriamo il gruppo appositamente creato su FB tempo fa.
Grazie per i contributi che ciascuno vorra' fornire.