Blog e rettifica, una tempesta in un bicchier d'acqua?
La discussione sulla norma contenuta nel decreto che sta per essere convertito in legge relativa all'obligo dei blogger di pubblicare eventuali rettifiche sta infuriando in rete e sembra che tutti siano d'accordo nel considerare la cosa un tentativo di imbavagliare la blogosfera e la rete in genere.
Personalmente penso che il fatto che dare un diritto di replica e di rettifica sia più che giusto: quando per esempio una improbabile blogger di Nova24 insinuò che io scrivessi pagato da Nokia una rettifica non ci sarebbe stata tanto male.
Francamente non credo che, come stanno scrivendo alcuni blogger, diventi a questo punto impossibile scrivere pareri personali e preferenze tecnologiche, credo che la rettifica abbia un senso quando qualcuno vuole evidenziare non pareri, ma fatti esposti che non considera corrispondenti alla realtà. Affermare che si ritiene che il touch screen HTC sia più comodo di quello iPhone non credo possa essere oggetto di rettifica, affermare, come hanno fatto in molti, che iPhone 2G non è un sistema multitasking è una fesseria per la qiale una rettifica non sarebbe male.
Qualcuno sostiene che questo è un tentativo di controllare la rete, ma francamente credo che la rete sia molto difficilmente controllabile. Nei pochissimi casi di cause intentate contro i blogger credo che le cose si siano poi risolte facilmente e che il danno di immagine per chi ha avuto l'idea di iniziative del genere sia stato più grande di quello che avrebbe avuto lasciando correre. Io scrivo spesso critiche a qualche cosa che si trova in rete, per esempio negli ultimi post critico la usabilità del sito delle Ferovie dello Stato, se ricevessi una richiesta di rettifica la pubblicherei senza alcun problema, poi sarebbero i lettori a decidere chi ha ragione.
Se ritengo dunque che nella sostanza introdurre un diritto di rettifica abbia un senso, quello che non condivido sono le modalità fumose e che lasciano adito a mille dubbi interpretativi.
La legge parla di "siti informatici", questa credo che sia una testimonianza della sostanziale ignoranza in materia di chi la ha scritta, sito informatico è un palazzo pieno di server! Meglio sarebbe parlare di contenuti accessibili attraverso la rete, perché anche parlare di WEB non ha molto senso.
La legge prevede una richiesta di rettifica, ma a chi viene mandata la richiesta? Con quali modalità? Come si identifica il responsabile di un sito?
48 ore, a parte capire da quando decorrano, sono oggettivamente troppo poche.
Conunque non ne farei una tragedia, io continuerò a scrivere come prima e se mi pervenisse una richiesta di rettifica deciderò al momento cosa fare...
bob
E' ovvio che i blogger preoccupati sono quelli che scrivono cose fastidiose ai "potenti" non quelli che scrivono pareri su sito di Trenitalia o sulle penne. Questo sono opinioni che non danno fastidio a quasi nessuno.
RispondiEliminaVogliamo estendere il concetto? Sito informatico è un luogo dove si forniscono e ricevono informazioni, paradossalmente anche un'edicola potrebbe essere considerata un sito informatico, un'aula d'università o un'etichetta di qualche prodotto sullo scaffale di un supermercato. Politici ignoranti che scrivono leggi stupide, tutto quadra però.
RispondiElimina@manina In realtà informatico vuole dire connesso alle tecnologie informatiche, un'edicola è un sito informativo...
RispondiEliminabob
Purtroppo la rete è piena di tanta gente che si batte per l'informazione libera, dove per libera si intende che ognuno è libero di dire qualsiasi idiozia senza pagarne le conseguenze.
RispondiEliminaIo ho un sito di CAD, CADLandia.com, dove ho sempre detto ciò che pensavo e credevo, dove ho recensito software anche con recensioni scomode, e mi sono confrontato con aziende con fatturati di miliardi di dollari, sempre pronto a dire ciò che credevo, ciò che testavo con le mie mani. Mi è capitato una volta di dire una idiozia su un software di una azienda ungherese, ed ho dovuto fare una rettifica, l'ho fatta con scorno ma con onore, lo scorno di aver sbagliato, l'onore di sapere e potere riparare.
Ma per il resto ho sempre detto ciò che credevo, e quando mi è stato chiesto di modificare perchè ero troppo "cattivo", ho detto che quella era la mia opinione, e non indossavo il badge di nessuna azienda.
Libero è bello, ma libertà vuol dire anche sapere agire, e badare a ciò che si dice. Quando si dice una opinione, si deve essere sicuri di ciò che si dice, avere le prove di ciò che si dice, altrimenti bisogna essere pronti a rettificare quando qualcuno ti dimostra che non è come dicevi tu.
Se io sono in ferie e per 15 gg non leggo la mail devo poi pagare salate multe e non è un problema?
RispondiEliminaSe io non ho voglia/soldi di mantenere avvocati devo stare dietro a tutte le richieste che arriveranno?
Secondo me le soluzioni più diffuse saranno:
-qualche provider porta i server in Islanda e tutto si aggira.
-ogni volta che do un giudizio pubblico anche già la smentita, così giusto per pararsi il dietro come fanno nei film quando alla fine scrivono che è tutta opera di fantasia...
Ovviamente le 48 ore, come sempre succede, sono dalla avvenuta notifica, nessuno ti darà una multa per una cosa che non sai!
RispondiEliminaVedo emergere un mondo di fifoni, non credo siamo tutti così...
I giudizi, se sono davvero giudizi, non possono essere sottoposti a rettifica, sono i fatti e le informazioni che lo sono. In altre parole se dico che non mi piace Explorer perché lo trovo macchinoso e amo il browser di Google perché è più semplice nessuno mi può dire nulla, se dico che Explorer non supporta flash allora sono, giustamente, soggetto alla possibilità che mi si chieda una rettifica!
bob
bob
Appunto, c'è gente che confonde opinione con informazione. Ed è solo ad una informazione sbagliata che si chiede la rettifica. In una prova di un software, nella recensione posso dire ciò che voglio, quando si tratta di una opinione, un giudizio sull'implementazioen di una funzione, ma non posso scrivere nella scheda tecnica che non fa una determinata funzione quando la fa... Ed è qui che si deve fare una rettifica... che poi magari qualcuno ne può approfittare per fare pressioni anche sulle opinioni, ma lì poi si entra nel personale, se non sai lottare per le tue idee e le tue opinioni, allora è meglio che stai zitto.
RispondiEliminaComplimenti per il modo giusto di vedere le cose: ci caliamo sempre nei panni del "colpevole", ma facciamo fatica a considerarci "colpiti"...
RispondiEliminaForse i modi sono da rivedere (credo che quello che spaventi sia la multa salatissima), ma cercare di non considerare la rete come il posto dove tutto è lecito e le responsabilità non esistono, potrebbe essere un buon inizio.
Ricordo ancora un ex compagno di liceo sospeso per tre giorni perché aveva espresso un parere negativo sul Presidente della Repubblica a uno zelante bidello.
Era indiscutibilmente lesa maestà.
Lui non era ancora maggiorenne.
Fu un emblematico provvedimento didattico.
Si può discutere il modo, ma non l'esigenza di rilevare la colpa.