Gli effetti collaterali del Socialsalvin
La provocazione la ha lanciata Marco qualche giorno fa, in buona sostanza stigmatizzando il fatto che molte iniziative di marketing tendono a regalare contenuti e traffico ai social, Facebook in testa, trascurando il fine ultimo che sembrerebbe essere quello di attirare contenuti sul proprio sito. Il pappagallo di Michele conferma, Wolly ci dice che "giocare in casa è sempre meglio", ma nessuno di fatto ci spiega il perché.
La cosa mi ha un poco messo in crisi perché mi capita spesso di consigliare a un cliente di focalizzare la propria attenzione sulla presenza sui social, curando ovviamente il sito, ma solo come punto di possibile approfondimento dei clienti che sul social saranno attratti e vorranno per sapere di più.
Premesso che non è possibile fare un ragionamento generale, ogni situazione è diverse e spesso diverse sono le finalità (Google non ha nessun bisogno dei social per esempio) io non sono del tutti sicuro che il consiglio sia sempre corretto.
La gente vive nei social e naviga i siti saltuariamente, se davvero riesco a consolidare la mia presenza sui social con le iniziative e i contenuti giusti le probabilità che i miei messaggi non passino inosservati è immensamente più alta. Io credo di avere per esempio letto centinaia di messaggi Barilla su Facebbok, ho partecipato a loro iniziative, ho provato a comperare loro nuovi prodotti e credo di essere stato sul sito una volta o due!
In fondo sarebbe come dire che è meglio cercare di attirare i clienti nella nostra sede in una via periferica e lontana dalla metropolitana piuttosto che mettere gli striscioni su Corso Buenos Aires, certo sarebbe bello, ma quanto sarebbe più efficacie.
Io credo che varrebbe la pena analizzare un poco meglio la cosa prima di dare per scontato che una soluzione è meglio di un'altra!
bob
PS Certo che per chi fa siti la cosa può essere dolorosa, ma è la vita...
La cosa mi ha un poco messo in crisi perché mi capita spesso di consigliare a un cliente di focalizzare la propria attenzione sulla presenza sui social, curando ovviamente il sito, ma solo come punto di possibile approfondimento dei clienti che sul social saranno attratti e vorranno per sapere di più.
Premesso che non è possibile fare un ragionamento generale, ogni situazione è diverse e spesso diverse sono le finalità (Google non ha nessun bisogno dei social per esempio) io non sono del tutti sicuro che il consiglio sia sempre corretto.
La gente vive nei social e naviga i siti saltuariamente, se davvero riesco a consolidare la mia presenza sui social con le iniziative e i contenuti giusti le probabilità che i miei messaggi non passino inosservati è immensamente più alta. Io credo di avere per esempio letto centinaia di messaggi Barilla su Facebbok, ho partecipato a loro iniziative, ho provato a comperare loro nuovi prodotti e credo di essere stato sul sito una volta o due!
In fondo sarebbe come dire che è meglio cercare di attirare i clienti nella nostra sede in una via periferica e lontana dalla metropolitana piuttosto che mettere gli striscioni su Corso Buenos Aires, certo sarebbe bello, ma quanto sarebbe più efficacie.
Io credo che varrebbe la pena analizzare un poco meglio la cosa prima di dare per scontato che una soluzione è meglio di un'altra!
bob
PS Certo che per chi fa siti la cosa può essere dolorosa, ma è la vita...
"Corso Buenos Aires" in questo caso non è un luogo pubblico, ma un luogo di proprietà di terzi... Io dico che bisogna andare in Corso Buenos Aires e dare ai "passanti" il proprio biglietto da visita, con il proprio indirizzo. Che è molto diverso da mandare in Corso Buenos Aires quei "pochi" utenti che passano dalla nostra viettina, solo perché i padroni del Corso ci hanno regalato un "finto spazietto".
RispondiEliminaSono molto d'accordo con te, ma anche MCC ha ragione perchè la sua campagna è coerente con ciò di cui si occupa, vendere piattaforme proprietarie.
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