sabato, maggio 12, 2007

Disintemediazione, con judicio...


Nel capitolo 13 dei Promessi Sposi Renzo si trova nel bel mezzo della rivolta del pane. Ferrer, governatore di Milano, invita il suo cocchiere a muoversi per togliersi dalla fastidiosa situazione, ma lo invita a farlo con giudizio per evitare di provocare ulteriormente i rivoltosi.

Trovo che il romanzo di Manzoni letto non a scuola, ma d'estate sotto l'ombrellone, sia godibilissimo e ricco di spunti notevoli: questo passo è uno di quelli che mi viene in mente quando cerco di valutare fino a che punto una novità vada abbracciata in modo totale e fideistico piuttosto che vederla integrata e armonizzata con tutto quanto la ha preceduta.

Questa mattina Gaspar ha scritto che non potrà accettare l'invito di Venturi, numero uno di Cisco in Italia a un aperitivo organizzato con la vulcanica complicità di Lele con un gruppo di blogger a Milano la prossima settimana. Gaspar invita Venturi ad evitare una riunione che comporta una perdita di tempo e di risorse, ma ad aprire piuttosto un blog per comunicare direttamente con il pubblico.

Personalmente non credo che l'idea sia una alternativa, certo Venturi un blog lo può aprire e parlare con tutti, ma il fatto che voglia parlare con chi d'abitudine scrive ed è in qualche modo seguito ha un senso anche nel mondo del contenuto generato dall'utente.

Pensare che oggi tutti possono parlare con tutti benché sostanzialmente vero nel dominio del possibile, non credo abbia un senso logico: tutti parlano con tutti vuole dire nei fatti che nessuno parla con nessuno.

Nei fatti Venturi con me ci parla e molto e lo fa dal suo ricco sito, certo lo potrebbe fare da un blog, ma non è detto che la cosa sarebbe poi tanto diversa.

Un proverbio statunitense dice "no silver bullet" e sta a indicare come non esista un solo modo giusto per fare qualche cosa, ma ce ne sono di solito molti che tranquillamente convivono. Il termine nasce dalla tecnica che i popoli anglosassoni usano per uccidere i vampiri, i proiettili d'argento, noi credo usiamo paletti di frassino, ma non sono un esperto in materia.

Quando nasce un nuovo modo di comunicare di solito non sostituisce gli altri, ma si affianca: il telefono ci ha messo più di cento anni per uccidere il telegrafo e sopravvive sereno di fianco alla videoconferenza.

Il mito della disintermediazione è stato il capestro intorno al collo del commercio elettronico al momento dello scoppio della bolla nel 2000: internet si è affiancato ad altri canali, in alcuni casi ha disintermediato, ma nella maggioranza delle situazioni ha solo modificato le modalità di intermediazione.

Personalmente credo che qualsiasi sia il meccanismo di comunicazione, dal giornale stampato al blog e a tutto quello che seguirà, ci saranno sempre hub che faranno da concentratori e ridistributori di informazione alla quale aggiungeranno informazioni e commenti più o meno autorevoli: credo che l'idea di Venturi e del suo staff sia proprio quella di parlare a questi hub.

bob

2 commenti:

  1. Roberto, sono sostanzialmente d'accordo con quanto tu affermi, e soprattutto sul fatto che i blog non siano la soluzione di tutti i mali dell'universo.

    Ma nel mio post sostenevo più semplicemente che Venturi, che dichiara di voler aprire una conversazione con i blogger, non è obbligato ogni volta a invitarli a cena; aprirsi un proprio blog è più efficiente.

    Se poi ogni tanto ci si vede ad un aperitivo o a un barcamp, ben venga! Se non fossi occupato per lavoro, verrei anch'io.

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  2. Peccato tu non venga, mi piacerebbe fare una chiacchierata con te sul rapporto giornalismo/blog.

    Spero di vederti a Bologna..

    bob

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