lunedì, maggio 28, 2007

Shopping del futuro...


Leggo sul blog di Senza identità un interessante post sul futuro dello shopping che, tra l'altro, recita:

…potremmo camminare in una strada (virtuale) e trovare nelle vetrine i prodotti che ci interessano o nei cinema (virtuali) i film che corrispondono ai nostri gusti…

Tutto qusto sarà poi riproducibile anche nella First Life, attraverso il Live web in cui per esempio attraverso tecnologie GIS incluse nei device mobili potremo trovare ciò che soddisfa i nostri gusti.

Credo che il tutto si presti ad alcune considerazioni.

La seconda frase è certamente molto condivisibile e credo che il vero problema non siano le tecnologie, ma il loro utilizzo un poco più "deciso". Da quando ho scoperto la capacità dei navigatori di consigliare punti di interesse nelle vicinanze della posizione dove ci si trova faccio della cosa un uso molto intenso. Trovare così un parcheggio o un ristorante quando mi trovo in luoghi che non mi sono familiari è diventato una gradevole abitudine.

Negli Stati Uniti Herz propone per pochi dollari al giorno l'opzione "Never lost" che mi sembra particolarmente efficace e della quale non faccio mai a meno.

Certo si potrebbe e si potrà fare molto di più. Alcuni anni or sono ho avuto la occasione di provare in Giappone un prototipo IBM che permetteva per esempio di osservare con un paio di speciali occhiali una scritta in giapponese ottenendo attraverso la connessione alla rete la traduzione quasi immediata: tutte le volte che mi trovo per esempio in India sento una gran mancanza di un servizio simile.

Non siamo qui che all'inizio e credo che il problema non sia più tecnologico, ma solo nel disegno dei servizi, nella loro organizzazione e nei costi.

Sulla prima affermazione nutro da tempo qualche dubbio. Da tempo l'idea della opportunità di scegliere per i mondi virtuali un approccio antropomorfo non mi convince.

Ipotizzare che la migliore interfaccia per un servizio virtuale sia quella che mima la realtà fisica può essere certamente un ottimo punto di partenza, ma si rischia di restare vincolati alle limitazioni del mondo degli atomi in un mondo, quello dei bit, che di limitazioni ne ha una quantità enormemente inferiore.

In altre parole perché mai dovrei percorrere una strada virtuale dove i cinematografi sono a una certa distanza tra di loro e richiedono dunque un tempo di percorrenza per vederli tutti quando potrei cercare con un motore di ricerca specifico tra l'offerta di film quello che mi interessa e vedermelo sul video in un secondo?

La vetrina è un concetto molto limitante legato al fatto che gli atomi non sono comprimibili, le informazioni sono di fatto molto più maneggevoli e di questa maneggevolezza dovremo tenere conto per il disegno delle interfacce per lo shopping del futuro.

Certo c'è molto da lavorare, molti errori saranno fatti, ma i risultati potranno, anche grazie al continuo sviluppo delle tecnologie, essere innovativi ed entusiasmanti.

Senza identità termina esponendo il timore che perdendo tempo a convincere gli imprenditori del fatto che con la rete si può guadagnare facciamo la fine degli indiani colonizzati, lo fa citando una discussione nata dal mio blog e ripresa da Paolo.

Ebbene credo che il pericolo sarebbe assolutamente reale se si trattasse di decidere se perdere tempo a convincere gli imprenditori o di occupare il tempo nella realizzazione di servizi innovativi. Nei fatto non è così: andiamo pure avanti con decisione nelle più coraggiose sperimentazioni , ma spendiamo ANCHE un po' delle nostre energie per dimostrare che si tratta di cose che si possono sostenere economicamente.

2 commenti:

  1. Sono perfettamente d'accordo. Per questo motivo insisto nel ripetere che un sistema come SecondLife sia un passo eccezionale in avanti, ma è solamente l'embrione di qualcosa che ci sarà.

    Mi immagino più un mondo alla Cyberworld (Alessandro Vietti).

    Tanto più che non bisogna scordare la necessità della fisicità: io, ma credo moltissime persone come me, hanno bisogno di vedere e toccare con mano se il prodotto che acquistano è fisico, salvo alcune categorie merceologiche (mi vengono in mente prodotti tecnologici, che cmq posso vedere altrove, e prodotti che già conosco e che acquisto regolarmente).

    Insomma: condivido l'entusiasmo, ma non condivido "previsioni" basate su quello ch'è stato fatto ora.

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  2. il mondo virtuale non si puo' sostituire a quello reale, e' ovvio. tuttavia puo' esserne un'estensione che ognuno di noi singolarmente puo' personalizzare a suo piacere condividendolo poi con chi ha gusti comuni.
    il vero valore sta proprio in quella personalizzazione perche' poi con gli strumenti mobili quella personalizzazione si puo' riportare nel mondo reale. renderlo ancora piu' simile alla realta' e' un passo avanti.

    per questo internet diventera' e' uno strumento di marketing cosi' potente

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