lunedì, settembre 17, 2007

Del fuscello e della trave, seconda parte...



Se una persona indubbiamente intelligente come Marco mi dice che non riesce a capire il problema della incoerenza nella sua posizione sull'uso improprio di alcuni termini evidentemente mi sono spiegato male, chiedo venia e cerco di chiarire.

30 agosto 2007: Marco Camisani Calzolari dalle pagine di Nova24 attacca chi usa il suffisso 2.0 solo per moda a iniziative che nulla hanno a che vedere con Web 2.0.

15 settembre 2007: il suddetto Camisani lancia una nuova edizione del Marketing Camp, una iniziativa che, come in molti abbiamo fatto notare, NULLA ha a che vedere con la filosofia del Camp, ma che evidentemente si appropria del nome solo perché di moda. Pseudotecnico presenta un efficace riassunto del concetto...

Marco ci invita alla chiarezza...

2.0 è un termine piuttosto generico usato per indicare in moltissimi ambiti diversi versioni diverse di un manufatto, di un documento o di un pezzo di software. Da qualche tempo è nato il termine WEB 2.0 invero piuttosto fumoso: ne esistono decine di definizioni diverse (e quando si parla di definizione formale deve essercene una sola, se sono più di una è come non averle) che in buona sostanza stanno tutte ad indicare uno WEB "moderno" in contrapposizione alle vecchie pagine.

Marco, che evidentemente ha in mente una definizione migliore che sarebbe bello ci raccontasse, GIUSTAMENTE stigmatizza dalle pagine di un autorevole quotidiano l'uso generalizzato e improprio del termine, atteggiamento questo che contribuisce a una certa confusione.

Trovo la cosa del tutto ragionevole: se definissi 2.0 il mio sito, www.dadda.it, direi una grossa stupidaggine perché si tratta di un sito che non ha e del resto nemmeno vuole avere nessuna delle caratteristiche di quello che chiamiamo WEB 2.0.

Morale: quando diamo il nome a qualche cosa cerchiamo di usare i termini in modo proprio in modo che ci sia una relazione tra il senso che a quel termine la gente da e l'oggetto che vogliamo descrivere.

Il termine Camp

Nel mondo della rete il termine CAMP ha da tempo assunto un significato preciso: si riferisce a una riunione che può essere chiusa su inviti o aperta a tutti che ha un format molto particolare, quello che ha preso il nome di UNconference.

In particolare il FOOCamp è su inviti, il BARCamp è aperto a tutti: in Italia ci sono stati fino ad ora solo BARCamp e di conseguenza la accezione tende ad assimilarsi a quest'ultimo format.

Nei Camp non c'è un programma predefinito, la gente partecipa mettendo su di una lavagna proposte di intervento che vengono poi riarrangiate fino a determinare il programma definitivo. Nei camp tutti dovrebbero intervenire e il materiale dovrebbe essere messo a disposizione di tutti on line alla fine dell'evento.

MarketingCamp

Quando ho visto il primo annuncio di questo evento ho pensato come tutti che si trattasse di qualche cosa nel formato del BARCamp.

Quando ho visto le registrazioni messe in rete mi sono reso conto che si tratta di una semplice e usualissima tavola rotonda senza pubblico. Non esiste una lavagna per gli interventi, non tutti parlano e non tutti accettano di mettere in rete la loro presentazione.

Intendiamoci di riunioni come queste se ne fanno tante e per qualche verso credo possano essere anche molto più efficaci di un BARCamp, ma una cosa è certa: il termine CAMP è usato qui in modo assolutamente fuorviante.

La coerenza

Su questo argomento possono sussistere posizioni diverse.

Una è quella di Marco giornalista che ci invita, a mio modo di vedere giustamente, a non abusare delle parole e ad usarle in modo proprio per evitare di ingenerare confusione.

Quella di Marco organizzatore di convegni, ben illustrata nei commenti al blog da Fabrizio Bellavista, che ritiene che tutti sia in divenire e che si conseguenza l'utilizzo anche impriorio e la contaminazione dei termini possono avere aspetti positivi.

Quello che personalmente faccio fatica a capire è come la stessa persona a distanza di pochi giorni possa sostenere tesi tanto diametralmente opposte!

Spero di avere chiarito...

Aggiornamento del 18 settembre:

L'argomento ha scatenato un interessante dibattito sul blog di Marco, credo sia interessante leggerlo. Riporto qui di seguito un mio intervento perché credo che sarà, come succede di abitudine, censurato.

Marco quello che forse non ti è chiaro è che qui nessuno si stupisce perché hai usato un nome "figo" anche se privo di un reale significato: è una cosa che fanno in tanti senza che nessuno si stracci le vesti.
Quello che stupisce èp che lo faccia tu dopo avere stigmatizzato solo pochi giorni prima un identico atteggiamento!

dadda


bob

5 commenti:

  1. Veramente, una definizione di cosa e' il web 2.0 c'e'. E' in questo articolo di Tim O'Reilly.

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  2. Un po' come dire "Naviga italiano" e poi proporre "la realizzazione di software offshore" ;-). MCC non è nuovo al bispensiero!

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  3. Roberto, il tuo commento non è stato censurato. Così come non lo sono stati gli altri, a parte quella volta che sei venuto a "casa mia" a parlare male dell'azienda con cui mangio io e la mia famiglia.
    Hai inviato l'aggiornamento dopo aver visto che il commento era stato regolarmente pubblicato. Questa è malafede. Con me a malafede sei recidivo e non ho ancora capito qual è il vero motivo di fondo per cui sei così accanito contro di me. L'unica spiegazione è che tu sia amico della mia ex moglie, anche perché le tecniche subdole sono simili... :)

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  4. Marco le assurde accuse di malafede le ignoro, mi chiedo solo come mai ti sia così difficile mantenere le discussioni in tono civile.
    Hai censurato sistematicamente i miei interventi per mesi e mesi indipendentemente dal contenuto e questo mi dava tutto il diritto di immaginare che tu continuassi a farlo.
    In ogni caso sarebbe tanto più bello e più utile per tutti che tu provassi una volta a spiegare con un ragionamento compiuto perché ritenere incoerente il tuo atteggiamento è sbagliato.
    QUESTO è la rete...

    bob

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  5. Con la oramai usuale reazione stizzita Marco annuncia che riprende la altrettanto usuale censura dei miei interventi sul suo blog.
    Evita come sempre di rispondere alle mie (e di altri) osservazioni.
    Peccato...

    bob

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