Facciamoci querelare TUTTI!
Massimo Del Papa, come me illustre signore sconosciuto ai più, ha querelato Anna Masera per un post sul blog de La Stampa.
Credo che le frasi incriminate siano queste:
Apprendo che tal Massimo Del Papa avrebbe denunciato Wikipedia perchè l'enciclopedia collaborativa e gratuita online avrebbe riportato inesattezze alla voce "Massimo Del Papa".
Qualcuno di voi lo conosce? Caspiterina, se era su Wikipedia lui, dovremmo esserlo anche tutti noi!
Se vi interessa sapere chi è questo tizio potete andare qui su Google (dove ci troviamo quasi tutti noi comuni mortali se a malapena teniamo una qualche forma di comunicazione sul Web): c'è una raccolta di link dai quali si scopre che si tratta di un autore/giornalista de Il Mucchio, tra cui una querelle su Indymedia. Accipicchia, queste sì che sono conoscenze rilevanti, di cui potersi informare su un'enciclopedia...
Condivido ogni parola di quello che ha scritto Anna e francamente pensare che ci siano gli estremi per una querela mi pare assurdo.
Chissà se querelerà anche me?
Roberto Dadda
AGGIORNAMENTO DEL 22 ottobre 2007
Intempestiva e Massimo con due commenti molto puntuali hanno sollevato qualche obiezione, mi sono letti ovviamente i commenti e poi mi sono riletto l'articolo del La stampa e vorrei fare qualche precisazione.
Credo che valga la pena per chiarezza considerare in modo separato i due rapporti e le relative querele.
Del Papa - Wikipedia
La questione non è chiarissima, la relazione che si trova su Wikipedia molto complicata e si tratta della versione di una delle parti. Personalmente credo che se qualcuno creasse una voce su di me resterei molto sorpreso perché credo di non avere nulla di interessante che possa farmi finire su di una enciclopedia. Se nella voce ci fossero cose inesatte cercherei di correggerla, se contenesse informazioni personali che non voglio divulgare chiederei che venissero tolte e poi mi rivolgerei al garante, se contenesse diffamazioni chiederei che fossero tolte e se la mia richiesta non avesse successo mi rivolgerei a un giudice solo come estrema ratio.
In altre parole nessuno mette in dubbio il diritti di Del Papa di salvaguardare la sua immagine.
Del Papa - Masera
Ho riletto un paio di volte l'articolo del blog incriminato e francamente non ci trovo nulla di querelabile.
Anna Masera sostiene di trovare sbagliato querelare una enciclopedia fatta da volontari e sostiene che ci sarebbero stati migliori modi per fare valere il proprio diritto alla non divulgazione di informazioni scorrette o infamanti.
Si tratta di una opinione, che io condivido, ma se arriviamo a sanzionare le opinioni allora si che ci dobbiamo preoccupare.
L'altra opinione di Anna che sembra avere scatenato le ire di Del Papa è ancora più condivisibile: se qualcuno della redazione della Treccani o della Brittanica decidesse di compilare una voce Roberto Dadda personalmente proporrei fosse sottoposto a opportuno controllo antidoping.
Anna mi sembra altro non faccia che esporre la stessa opinione nei confronti del fatto che esista su Wikipedia una voce su un signore sconosciuto ai più.
Dove sta il problema?
Ciao!
RispondiEliminaCiao!
Mi prendo l'ingrato compito di fare il guasta feste.
Questo non perchè a me stiano a cuore particolarmente le motivazioni dei querelanti in simili vicende, anzi: credo fermamente che nella rete dovrebbe valere il principio, sì, di non offendere nessuno, ma anche di non offendersi facilmente.
Tuttavia, per esperienza so che a volte le querele partono e solo allora i querelati scoprono il costo economico e umano di simili vicende (per la paura di subire conseguenze penali, essendo uomini onesti, per il rischi di vedersi oscurare il blog etc).
Una prima distinzione da fare è tra verità dei fatti e forma nella quale la verità viene espressa.
Nel caso in esame, secondo la tesi opposta a quella che tu implicitamente (con Anna Masera) sembri sostenere, il problema non è che gli abbiano “toccato” la pagina a cui lui tanto teneva, infatti, stando a quanto riporta attualmente wikipedia, ci sono stati tentativi di rimuovere la pagina: “Studiando la cronologia della pagina "incriminata", si vede che più volte qualcuno ha tentato non di correggere il testo della pagina, ma di cancellarla del tutto, senza dare nessuna spiegazione” (così la voce di wikipedia, oggi alle 11).
Se così è, può darsi che lo stesso Sig. Del Papa non gradisse (magari considerandola un’ironia) la pagina a lui dedicata.
In tal caso, la notizia riportata dalla Sig. Masera è errata.
Così come errata sarebbe la successiva affermazione “Dopotutto se una voce su Wikipedia è scorretta, viene corretta e mi risulta che ciò - grazie alla rapidità d'azione in Rete - avviene assai prima (in pochi minuti) che su altre fonti di informazione”: se la cancellazione veniva sistematicamente seguita dal ripristino della voce precedente (o di contenuti analoghi), di fatto la correzione non era né facile né veloce per l’interessato ed allora non sarebbe neanche vero che “se lo scopo del soggetto offeso era togliere l'offesa, l'ha raggiunto piuttosto in fretta”.
Trovo peraltro non scontato che un giudice riconosca che la colpa assorbente sia stata di chi cancellava la voce di wiki (in ipotesi, il Sig. Del Papa) senza ulteriormente spiegare le proprie motivazioni.
Le prassi di wiki e la netiquette possono a volte far capolino in qualche ragionamento giuridico, ma non darei per scontato che siano valutate alla stregua di giustificazioni o scusanti dal giudice eventualmente investito della questione, soprattutto in relazione a notizie giornalistiche errate.
Anche le giustificazioni che vengono riportate nella già citata pagina di wiki potrebbero, in un eventuale giudizio davanti ad un tribunale, suonare meno convincenti di quanto sembri a prima vista, perché la giurisprudenza applica un criterio di diligenza, per i giornalisti, prossimo alla responsabilità oggettiva (ossia, se l’errore c’è, il giornalista è comunque colpevole). Si potrebbe comunque dire che le continue cancellazioni dovevano suonare come “campanello d’allarme” ed indurre a approfondimenti ulteriori circa la fondatezza delle notizie riportate.
Peraltro (molto correttamente, anche sul piano defensionale in relazione alla querela) Anna Masera linka un articolo, da cui dissento sul piano del ragionamento giuridico, ma che riporta all’inizio una ricostruzione dei fatti difforme da quella della giornalista: ad esempio Del Papa avrebbe contattato i redattori di Wikipedia senza successo. Inoltre i contenuti della pagina sarebbero diventati offensivi (io non lo so e direi che versioni incriminate non sono visualizzabili).
Forse, poi, il Sig Del Papa e la Sig.ra Masera intendono la stessa cosa quando la giornalista scrive “Il problema assai più grave, secondo me, è che Wikipedia ospiti voci enciclopediche di portata così ridicola”: solo che per Del Papa, il ridicolo forse ricadeva sulla sua persona, quindi si è offeso nella sua dignità e ha ritenuto sussistenti gli estremi per una querela (al di là dei contenuti e già per l'esistenza in sè della voce a lui dedicata). Effettivamente la successiva osservazione che “Non credo che l'Enciclopedia Britannica e equivalenti si abbasserebbero mai a tali livelli” può seccare l’interessato.
Da questo punto di vista anche l’articolo della Sig.ra Masera potrebbe esporsi a censure sul piano formale, perché la frase è un po’ forte.
In breve, la querela è una scelta discutibile: se non lo aveva già fatto, poteva scrivere una lettera a wiki e spiegare le sue ragioni, o prenderla sul ridere ed altrettanto poteva fare con Anna Masera, che voglio credere, avrebbe pubblicato la replica, dando anche un più efficace risalto alle ragioni del Sig. Del Pap; ma forse l'interessato riteneva che quella pagina lo danneggiasse professionalmente e non solo sul piano personale ed altrettanto ha creduto del post e ha cercato una sanzione per i responsabili. Se mi capitasse un cliente con simili problemi gli consiglierei di insistere sulla strada del dialogo, però questo approccio non è imposto dalla legge.
Io in sostanza non dico che sia giusto ciò che sta succedendo, mi limito a presentare i “rischi di causa”, perchè la giurisprudenza è molto severa, soprattutto coi giornalisti se danno informazioni non corrette e in generale se la forma in cui il pensiero viene espresso risulta di per sè offensivo. Dico così perché se si vuole sostenere il diritto di cronaca e di critica è legittimo, ma è giusto anche sapere che Kafka era un ottimista.
Ciao, assolutamente d'accordo su quanto scritto dalla collega. Voglio solo spezzare una lancia a favore di lui...cioè del tizio...quello su Wikipedia...cioè il querelante. A parte gli scherzi, non vorrei essere querelato anche io :-) Comunque, posso comprendere che se per tanto tempo hai faticato per crearti un'immagine (per quanto minima possa essere), farti conoscere, ottenere un minimo di evidenza e ritieni di esserti impegnato professionalmente, possa infine darti fastidio che qualche persona con la quale puoi aver avuto dissidi, possa tanto facilmente vanificare tutto il tuo lavoro. Secondo me quanto emerso dalla vicenda dovrebbe far alzare una bandierina d'allarme. Strumenti come Wikipedia e i Blog sono veramente potenti, ma come in ogni democrazia c'è il solito furbetto che può far danni. Tu cosa ne penseresti se dopo anni passati a svolgere un'attività di comunicazione, che hai svolto con passione e professionalità, ti trovassi improvvisamente danneggiato da un'immagine falsa che qualche tuo detrattore ha deciso di diffondere attraverso uno strumento potente come Wikipedia? Come minimo una cosa del genere può far perdere un po' il lume della ragione, e questo poi di conseguenza ti porta ad agire in modo sciocco e a passare dalla ragione al torto.
RispondiEliminaIl signore in questione magari non ti querelera', ma se avessero tempo da perdere potrebbero farlo i ragazzi di Locri per abuso del loro slogan [adesso ammazzateci tutti]!
RispondiElimina:-p
Non conosco i dettagli, ma cosi' ad occhio e croce non mi pare che la questione meriti tanta attenzione, con tutto il rispetto per querelante e querelato.
Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo.
RispondiEliminaLa legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
Il 99% chiuderebbe.
Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”.
Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia.
Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico.
da beppegrillo.it
Oh, completamente off topic....
RispondiEliminaMa visto che sei tu ad avermi tirato qui dentro con una lettera aperta a me, qualche tempo fa, con il solo scopo di insultarmi con calma a casa tua (e non ho mai capito perche'), e visto che poi mi insegui dove io commento, tanto per continuare a insultarmi, visto che io qui non ho molta voglia di tornare...
Ti segnalo un'ultima mia replica sul blog dei Maestrini, l'ultimo commento in fondo alla lunga lista:
https://www.blogger.com/comment.g?blogID=847899&postID=1401693068251356130&isPopup=true
Che mi spiacerebbe che tu ti perdessi. Non richiede risposta. Anzi, evita, grazie, che ormai ne ho veramente le ciuffole fracassate di te e della tua spocchia.
E detto questo, per me il discorso e' veramente chiuso e spero di non ritrovarti mai piu' sul mio cammino.
Ciao, Fabio Metitieri.
http://xoomer.alice.it/fmetitie
Fabio la tua incapacità ad instaurare un dialogo civile mi sembra oramai più che dimostrata, ma non proiettare i tuoi problemi sugli altri: io non ti ho MAI insultato con nulla di vagamente simile agli insulti che tu tiri fuori ogni volta che interagisci con chi non è d'accordo con te.
RispondiEliminaI testi sono in rete e chiunque li puo' leggere.
bob
Di nuovo ciao!
RispondiEliminaQuello che potrebbe nuocere è questo:la notizia riportata dalla Sig. Masera potrebbe essere errata nella
parte in cui sembra implicitamente negare che lo stesso Sig. Del Papa
non gradisse la pagina a lui dedicata.
Così come potrebbe essere non corretta la successiva affermazione
"Dopotutto se una voce su Wikipedia è scorretta, viene corretta e mi
risulta che ciò - grazie alla rapidità d'azione in Rete - avviene
assai prima (in pochi minuti) che su altre fonti di informazione".
Se ad una serie di affermazioni che, in ipotesi, danno una ricostruzione distorta (facendo apparire l'interessato meno
collaborativo di quanto sia stato realmente) segue pure una
osservazione "forte"("Non credo che l'Enciclopedia Britannica e
equivalenti si abbasserebbero mai a tali livelli", riferendosi all'inclusione in sè di una voce sul Sig. Del Papa), allora ci si può sentire offesi.
Nel complesso le vicende di wiki e quella del post della Sig.ra Masera
sono diverse, ma collegate (perché la seconda fa riferimento alla
prima).
Se la prima porta fatti non veri e la seconda implicitamente li
conferma, va tenuto conto che la giurisprudenza è molto severa,
soprattutto coi giornalisti, se danno informazioni non corrette e in
generale se la forma in cui il pensiero viene espresso risulta di per
sè offensivo.