domenica, luglio 13, 2008

La connessione E' commoditizzata!


Tra un viaggio e l'altro alla fine di giugno sono passato da Milano ed ho tenuto la sessione estiva di esami di Web Design per i miei ragazzi.

A un certo punto si discorreva sulla "comoditizzazione" di alcuni prodotti e servizi legati alla rete ed alla informatica e sulle implicazioni nell'ecosistema dove si trova a lavorare un designer di siti. Una studentessa ha citato memoria e potenza di calcolo, io ho aggiunto la connessione.

"Prof la connessione no, non è una commodity!".

La risposta alla mia faccia stranita è stata una pagina di Nova24, l'inserto del giovedì de Il sole 24 ore che consiglio come lettura agli studenti: "La connessione non è commodity" recita il titolo, il sottotitolo "Il web non è una infrastruttura neutra, ma influenza i contenuti".

L'articolo è firmato da Mantellini, un blogger che propone di solito analisi acute.

Mi sono fatto dare una copia dell'articolo, una recensione del nuovo libro di Nicholas Carr, e me lo sono letto la sera più volte restando devo dire piuttosto sorpreso. Innanzitutto va detto che non c'è alcun legame logico tra il titolo e l'articolo: il testo parla del passaggio delle applicazioni da locali ad applicazioni centralizzate senza il minimo accenno alla commoditizzazione o meno della connessione.

Anche il sottotitolo sembra piovuto lì per caso perché non ha alcuna attinenza logica ne con il titolo ne tanto meno con il pezzo.

Dunque in senso stretto se si prende in considerazione la definizione formale di commodity nessun servizio si può dire commodity perché manca della caratteristica di essere accumulabile in un magazzino. Da tempo però anche quando un servizio passa dalla fase in cui ogni fornitore ha caratteristiche sostanzialmente diverse e prezzi molto diversificati alla fase nella quale i prezzi precipitano, si uniformano e diventa pressoché indifferente la scelta del fornitore si dice che ha subito un processo di commoditizzazione. I meccanismo di acquisto della connessione e della carta igienica, una tipica commodity, sono a mio modo di vedere sostanzialmente equivalenti.

Ebbene vediamo il titolo. La connessione che solo venti anni fa mi sarebbe costata cento milioni l'anno oggi la pago come un cappuccino e una brioche al giorno e se domani decidessi di cambiare fornitore avrei un servizio assolutamente sovrapponibile più o meno allo stesso prezzo: se questa non è commoditizzazione che cosa è commoditizzazione francamente non lo capisco.

Il sottotitolo. Comunque cerchi di girare questa affermazione non trovo una spiegazione ragionevole, qualcuno me la spiega. Continuo peraltro a non vedere alcun nesso tra questa affermazione, il titolo ed il testo, sembrano accopiati in modo casuale.

Dove sbaglio?

Anche il testo francamente mi lascia qualche perplessità ed è per questo che sono andato a comperare il libro di Carr, non lo ancora letto tutto, ma credo che l'accattivante parallelo tra reti elettriche e rete internet sia tutto nel Capitolo secondo.

Innanzitutto c'è un errore di traduzione nella citazione: Edison non ha definito li sistemi di illuminazione a gas "barbari e inutili", ma li ha definiti "barbari e inefficienti (wasteful)" cosa molto più logica perché definire inutile l'unico sistema con il quale si riusciva allora ad illuminare città e grandi ambienti sarebbe stato piuttosto stupido e Edison certo no era stupido.

Il parallelo tra passaggio da distribuzione della energia con il gas e con la elettricità non ha molto senso se riferito al passaggio da applicazioni locali e applicazioni centralizzate distribuite via web
: in un caso è un passaggio da una tecnologia ad un'altra, nell'altro si tratta di fare un uso migliore della stessa tecnologia grazie alla commoditizzazione della banda larga.

La analogia corretta è quella del passaggio da generazione locale a generazione contralizzata
, due fasi che hanno percorso sia la tecnologia del gas che quella della elettricità in modo assolutamente analogo: tutti hanno in casa un contatore del gas ed uno della luce elettrica! Del resto lo scritto di Carr da molto più peso a questa analogia, il discorso sulle lampade è pittoresco, ma poco significativo anche nel libro.

Anche la analogia tra generazione locale e centralizzata ha di fatto poco senso perchè la differenza tra meccanismi della rete e della elettricità sono profondamente e logicamente diversi. In realtà la rete nasce per condividere risorse di calcolo distribuite, il resto è venuto ben dopo: Google Documenti che fa lavorare insieme più macchine non è, per la rete,che un ritorno alle orgini !

Va anche osservato come Edison parlò molto bene, ma nei fatti non aveva la tecnologia per mettere in pratica la sua idea perché aveva scelto la corrente continua: generare, trasportare e consumare alla stessa tensione permette distanze di trasporto estremamente limitate! Per riuscire a distribuire in modo efficacie ed efficiente si dovrà aspettare un cambiamento tecnologico sostanziale con il passaggio alla corrente alternata.

A pensarci bene una analogia con il sistema di generazione locale di gas con i gasogeni seguito dalla distribuzione con generazione centralizzata avrebbe molto più senso.

bob

PS La foto di apertura è quella della Centrale di Santa Redegonda, la prima centrale Edison installata, dopo quella di Manhattan, a Milano alla fine dell'ottocento nella posizione in cui si trovano oggi La Rinascente ed il Cinema Odeon. La distribuzione a corrente continua oltre che essere per molte ragioni piuttosto pericolosa limitava il raggio di azione a poche centinaia di metri. Dal bel sito Storia di Milano di Gian Luca Lapini.

1 commento:

  1. In tutta onestà NON leggo Nova, non seguo NOVA100 proprio per il basso livello di chi spesso ci scrive.
    Sono più le informazione sbagliate di quelle corrette.
    probabilmente chi lo dirige dovrebbe evitare di chiamare a scrivere amichetti e prendere dei seri professionisti con le corrette competenze.

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