venerdì, dicembre 05, 2008

Branco...

Leggendo la rete ho sempre più l'impressione della presenza di un atteggiamento di "branco" inteso come gruppo con pochi leader che guidano e molti che seguono e attaccano senza stare troppo a pensare perché.

Berlusconi qualche giorno fa ha ha fatto una affermazione, devo dire piuttosto banale, sulla ipotesi di discutere al prossimo G8 del problema della regolamentazione della rete.

Le reazioni ragionate si contano sulle dita se va bene di due mani, la grande massa dei blogger prima, dei commentatori poi e del popolo di facebook si è lanciata nella solita tiritera: la rete non può essere regolamentata, in Italia siamo arretrati, i politici non capiscono niente, per fortuna Berlusconi non conta nulla e non gli daranno retta.

In realtà, con non poco provincialismo, sembra che la maggior parte di blogger e commentatori sembra non si siano accorti che il dibattito sul controllo della rete non nasce in Italia e va avanti da anni.

Regolamentare la rete?

Io penso che non ce ne sia bisogno: la rete, al di là di tutto il marketing che se ne fa parlando di fole come il mondo virtuale, altro non è che uno strumento di comunicazione. Certo è uno strumento di comunicazione potente e pervasivo che ha avuto e sta avendo, per il solo fatto di esistere (Mc Luhan...), un impatto formidabile sulla società. Ancora nulla se paragonato all'effetto della stampa a caratteri mobili, ancora molto meno pervasiva di telegrafo e telefono, ma certamente un effetto importante.

Le comunicazioni sono già ampiamente regolamentate dai codici e da regole speciali legati alla peculiarità dei mezzi. Non serve dunque una nuova regolmentazione, serve una analisi attenta delle peculiarità per stilare regole applicative delle leggi esistenti che siano adatte al nuovo mezzo.
Certo la rete per la sua particolare natura, non dimentichiamo che tra le specifiche c'era la resilienza ad un attacco nucleare, è molto difficilmente controllabile, ma questo non vuole dire che non debba essere controllata, vuole solo dire che scrivere le regole sarà più difficile.

Qualcuno afferma debba restare un mondo praticamente senza regole.
Una semplice domanda: perché? Abbiamo dato regole alla posta, al telegrafo, al telefono perché mai non le dovremmo dare alla rete?
Qualcuno opina che ci sono stati dittatoriali che utilizzano il controllo della rete con regole strettissime per zittire le opposizioni. E allora?

Non è che quando abbiamo scoperto che nella germania dell'est la STASI usava una regolamentazione delle telefonate che permetteva lo stretto controllo di ogni cittadino abbiamo stracciato il nostro codice delle comunicazioni. Lo abbiamo tenuto ed applicato felici di essere in una situazione diversa, ma comunque inevitabilmente regolamentata.

Se vogliamo la difficoltà di controllo non è un valore della rete, ma un disvalore perché uno strumento di comunicazione non controllabile è pericoloso per tutti noi. Ripeto: controllo non vuole dire coercizione come per esempio accade in Cina, controllo vuole dire applicazione delle leggi che sono in vigore per ogni strumento di comunicazione.

Quando dunque il Berlusconi ha affermato la necessità di predisporre regole per il controllo della rete dicendo anche, mi pare, che queste regole non possono che essere globali per la natura globale della rete, secondo me ne ha detta, finalmente, una giusta.

Certo è una affermazione molto generica e si tratta di capire quali saranno queste regole, ma francamente la sollevazione del branco a me è sembrata un poco fuori luogo!

bob

9 commenti:

  1. Berlusconi anche stavolta ha colto nel segno,

    Elisabetta, anonima bresciana vs The Golden Age:)

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  2. Roberto, mi permetti di essere pessimista? Il tuo discorso è logico solo in linea teorica. Nella pratica esiste un enorme rischio che la rete non rimanga neutrale. Forse le critiche a priori sono sbagliate, ma è meglio non correre rischi.

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  3. Aggiungo una considerazione, probabilmente anch'essa solo con valore teorico: in primis ricordo che anche Barack Obama ha auspicato una regolamentazione della Rete, spiegando anche con quali obiettivi, e nessuno se n'è allarmato. Silvio Berlusconi, per il momento, ha detto la stessa cosa senza aggiungere altro, ma sostanzialmente ha lanciato un sasso che, cadendo nello stagno, al momento ha generato solo un'onda di polemiche, anch'esse stagnanti perché nessuno può dire di aver compreso quale fossero senso e obiettivo della sua affermazione.

    Personalmente sto constatando che c'è un globale allarmismo da parte di molte persone che, secondo me, hanno scambiato la questione della neutralità della Rete con quella della difesa dei diritto d'autore, ricordando la causa intentata da Mediaset nei confronti di Youtube (questione che pero' mi sembra riguardi i servizi distribuibili sulla Rete, non la Rete in se'). A mio avviso si tratta di un aspetto diverso dal concetto di Net neutrality, su cui Mediaset si è esplicitamente dichiarata a favore. Alla consultazione pubblica indetta dall'Agcom sugli impegni di Telecom, infatti, Mediaset aveva auspicato lo scorporo della rete, ovviamente con l'intento di parteciparvi da competitor sui servizi, come altri operatori. C'è quindi da capire se si parla di regolamentazione globale, infrastrutturale, di servizi.

    Di certo in un summit dei G8 è difficile che gli interessi di un singolo possano trovare accoglimento.

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  4. Si è vero Dario, gli aspetti sono tanti, anche il futuro della legislazione sul diritto d'autore è un tema importante. La verità è che fino ad esso le dichiarazioni sono state molto generiche.

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  5. Sembra che Alfonso Fuggetta, questa volta non sia d'accordo con te
    http://www.alfonsofuggetta.org/?p=4030

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  6. Ciao,
    sono Francesco di AgoraVox Italia,
    ti scrivo perché sono finito sul tuo blog ma non ho trovato una mail per contattarti. La mia è piccinini@agoravox.it
    A presto
    Francesco

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  7. Roberto regolamentare non mette al riparo dall'utilizzo improprio della rete ( per esempio attività in violazione di leggi vigenti ).
    Come già accade con qualsiasi altro media tradizionale.
    Sanzionare chi danneggia gli altri; libera espressione/uso della rete non significa "anarchia totale" ( faccio quello che voglio ).
    Non è sotto accusa la rete ma le persone che ne fanno uso improprio.
    Bisognerebbe uscire e fare più cultura ( senza dare per scontato che la casalinga sappia quanto un geek ).
    Cultura sul valore che può derivare nell'utilizzare la rete.
    Una maggiore diffusione e la consapevolezza delle persone, possono essere un deterrente all'uso improprio.
    Il "disvalore", come lo chiami, è nei contenuti e nelle persone.

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  8. La cosa divertente è che poco più di un mese fa, c'è stata la costituzione dell'IGF in Sardegna (Cagliari) con tanto di messaggio del Presidente della Repubblica che dice:

    "...La persistente assenza di regole fondamentali per Internet non si traduce necessariamente in maggiore liberta', ma puo' al contrario significare la prevaricazione del piu' forte sul piu' debole. E' urgente definire principi comuni per un equilibrato sviluppo della rete, sulla base delle discussioni e delle iniziative intraprese in ambito ONU ed Europeo..."

    http://www.igf-italia.it/

    e non è volata una mosca.
    Fa un' affermazione Silvio, esprimendo solo un generico proposito, e vai con "l'accoruomo !!!".
    Da neuro-deliri veramente.

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  9. Se è vero che vanno regolamentati i comportamenti e non gli strumenti è anche vero che mettendo regole agli strumenti si rende possibile individuare e bloccare i comportamenti scorretti.

    In ogni caso credo che dopo avere specificato che Berlusconi arriva buon ultimo e che stracciarsi le vesti parlando della arretratezza italiana è solo sintomo di ignoranza stiamo a vedere cosa viene fuori.

    bob

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