Caro masssimo...
Massimo Mantellini, in un suo recente post a proposito delle discussioni nate dalla pubblicazione dell'articolo sulla assunzione sperimentale di Ritalin apparso su Wired Italia, mi mette nella schiera di quelli che hanno del giornalismo una visione "classica", "moralista" e "catechizzante" mentre mette Luna, direttore di Wired dalla parte di chi fa un giornalismo moderno che adotta il motto "giù le mani dal lettore".
In realtà a me non è proprio chiaro chiaro da che parte stia Mantellini: che afferma che "Wired di una trovata del genere poteva tranquillamente fare a meno." e poche righe dopo "Se cosi’ stanno le cose bene ha fatto il mensile diretto da Riccardo Luna a suggerire a Gianluca Morozzi di cimentarsi nella cronaca del proprio dubbio infurbimento farmacologico:".
Io sono sostanzialmente d'accordo con Massimo: il giornalista dovrebbe esporre dei fatti e dare un suo parere o riferire se vuole quello di altri lasciando poi che sia il lettore a farsi una sua opinione.
Il problema è che la informazione che si deve dare deve essere COMPLETA. Luna quando dice che le indicazioni tipo "don't try this at hone" ci sono fa una affermazione che a me pare misteriosa, mi viene da chiedere se stiamo parlando dello stesso articolo.
La copertina, vista nei manifesti delle edicole da milioni di persone che non hanno comperato poi la rivista, è una pura apologia del farmaco e dei suoi effetti mirabolanti. L'articolo mette nel lato positivo della bilancia il diventare improvvisamente un ottimo oratore e lo scrivere un libro in quaranta ore, sul lato negativo la secchezza delle fauci, il naso che cola e termina con la preghiera di non dirlo al suo editore per evitare che lo chiuda in una stanza a scrivere.
Dove sono gli accenni alla pericolosità del farmaco?
Questo lo ha capito probabilmente anche Luna che nella sua risposta fornisce come unica giustificazione "il combinato disposto Morozzi-Talbot non facesse emergere la pericolosità di certe scelte". A parte il linguaggio stranamente legale pensare che per forza un lettore debba leggere tutti gli articoli del giornale mi sembra un tantino naif! In ogni caso è vero qualche vago accenno ai pericoli nel pezzo della Talbot è riportato, il messaggio positivo è però largamente preponderante e non c'è il MINIMO accenno agli effetti collaterali!
Una informazione serie avrebbe affrontato l'argomento innanzitutto evitando l'esperimento che non porta nulla se non qual sensazionalismo che nelle speranze di Luna ha portato qualcuno a comperare il giornale vedendo la copertina. Si sarebbero potute elencare informazioni sugli indubbi effetti positivi di questi farmaci, si sarebbero potute portare testimonianze di assuntori, ma sarebbe stato DOVEROSO riportare con eguale evidenza tutti i possibili effetti collaterali che farmaci del genere, in misura più o meno marcata, presentano.
Dopo avere dato questa informazione completa, e solo dopo averla data completa, il lettore ha modo di decidere cosa scegliere.
Il tuo esempio della TV Jackass non regge per il semplice motivo che mentre tutti sanno cosa sia una frattura molti non hanno la minima idea di cosa sia il Ritalin, della sua pericolosità cardiovascolare e dei problemi che potrebbe portare e diconseguenza possono prendere strade sbagliate come quella di correre a comperarlo in rete e provarlo non perché sono cretini, ma perché hanno ricevuto un messaggio distorto.
Questo si combatte, a mio modo di vedere, non con la morale o con la catechizzazione, ma solo con la buona e completa informazione: fai quello che vuoi, ma solo dopo avere saputo esattamente a cosa stai andando incontro.
Vedi Massimo sarebbe come se a qualcuno venisse in mente di fare un articolo sugli effetti benefici del Cortisone. Come tu ben sai Kendal (il signore con i capelli bianchi nella foto) lo ha scoperto indagando sulle motivazioni per le quali i piloti tedeschi e i Kamikaze giapponesi nell'ultima guerra assumessero estratti surrenali bovini per combattere meglio. Ne venne fuori l'ormone che il nostro organismo secerne sotto stress. Il farmaco sembrava fantastico, faceva bene a tutti e a mille patologie, i pazienti si sentivano subito meglio e si cominciò a somminsitrarlo come piovesse salvo poi incappare nei numerosissimi e spesso gravissimi effetti collaterali e limitare l'uso solo a quando il rapporto beneficio danno ha senso.
Ebbene secondo te sarebbe serio somministrare un bel Flebocortid tutte le mattine a un signore (che tra l'altro correrebbe, se si limitasse la cosa a una settimana, molti meno rischi di quanti ne abbia corsi Morozzi), per fargli raccontare come sta bene e dimenticarsi di segnalare che ci sono anche effetti collaterali?
Io penso non si debba ne catechizzare, ne fare la morale a nessuno, penso però che quando si parla di cose così potenzialmente pericolose l'informazione debba essere completa ed esplicita, poi sono d'accordo, ognuno sceglie cosa fare.
bob
PS Ti confesso, Massimo, che sentire dire da te, medico, "Se cosi’ stanno le cose bene ha fatto il mensile diretto da Riccardo Luna a suggerire a Gianluca Morozzi di cimentarsi nella cronaca del proprio dubbio infurbimento farmacologico:" mi lascia un poco sconcertato. Tu davvero pensi che abbia un senso comperare al mercato nero un farmaco tanto pericoloso e fornirlo a qualcuno? L'articolo dice "cavia per Wired", "ho accettato di sottopormi all'esperimento". Io non me ne intendo di cose legali, ma temo che per la cessione, anche gratuita, di un farmaco del genere a qualcuno perché lo provi, per di più pagandolo, il codice penale usi una gran brutta parola, ma lascio queste considerazioni a chi ne sa più di me...
L'art. 6 del codice penale e' il principio di territorialita' - ie: se le pasticche le ha comprate all'estero, la giustizia italiana e' imperativa come quella dei Puffi - ma non si capisce perche' l'intero codice penale sia ancora li' nonostante esistano Internet e Rayan Air. Lascia perdere gli aspetti legali della questione, che sono farlocchi. E poi, hai il Tevere e la nebbia di Milano contaminati dalla cocaina e ti preoccupi di 4 pasticchine di Ritalin che qualcuno ha passato sottobanco ad un finto giornalista per scrivere un finto articolo su un finto esperimento? Maddai.
RispondiEliminaCome ho già detto mi intendo poco di cose penali e di conseguenza esprimo solo una sensazione, anche se dopo avere letto l'articolo 6 ho tutta l'impressione che se compero cocaina all'estero e la cedo a qualcuno in Italia qualche problemino lo potrei avere, comunque lo ripeto non è il mio campo.
RispondiEliminaNo non preoccupo per le sei pastiglie cedute a Morozzi, mi preoccupo per il messaggio, come ho già ben spiegato, molto parziale.
bob
Miche'... sei il solito presuntuoso...
RispondiEliminaSe leggi il comma 2 e un po' di storia del diritto (nonche' della politica italiana) capisci che l'art. 6 non dice soltanto quello...
Al di là degli aspetti legali della questione (avranno fatto firmare qualcosa che dice che l'assunzione era a suo rischio e pericolo...), il ritalin rimane un farmaco dagli indubbi e pericolosi effetti collaterali.
RispondiEliminaE' sufficiente digitare ritalin su google e andarsi a leggere le lunghissime polemiche nate già qualche anno fa negli USA dall'abitudine a dare il ritalin a chi soffre di iperattivismo, soprattutto bambini in età scolare, e dalla perversa abitudine che avevano preso alcune madri e non solo ad assumerlo come stimolante contro la fatica e lo stress (Moruzzi e Luna non si sono inventati nulla di originale ... però chi è stupido rimane tale, ma si agita molto di più).
In Italia c'è stata una presa di posizione dei pediatri a somministrare il ritalin il meno possibile ... i pediatri italiani hanno sottovalutato, nell'ottica di luna e soci, le loro possibilità di creare intere schiere di piccoli geni.
Roberto ha ricordato il cortisone, ma una trentina di anni fa si usavano senza problemi le anfetamine per studiare e molti antidolorifici come fossero caramelle per poi scoprire che non solo i primi fulminavano i neuroni ma i secondi erano causa di tumori al fegato.
Non mi aspetto moralismo da parte di un giornalista, magari un pochino di etica (illusa...), ma
la superficialità assoluta dimostrata da wired è tristemente tipico di un giornale che pensa di dover utilizzare un linguaggio semplicistico per farsi capire dai suoi lettori. Un abisso rispetto alla versione originale che ha l'unico difetto di esser troppo infarcita di pubblicità.
Poi qualcuno mi dovrà spiegare la differenza fra questo articolo e qualsiasi altra apologia delle pastiglie che si trovano in discoteca.
Francamente trovo Wired Italia una pessima rivista, e questo articolo un pessimo esempio di come tentare di raccattare qualche lettore...
RispondiEliminaForse una esposizione più corretta sarebbe stata una introduzione sul farmaco, su quello che fa al metabolismo ed i suoi effetti collaterali, per poi raccontare l' "esperimento"...
RispondiEliminaPoi ognuno avrebbe potuto fare autonomamente il rapporto Costo-Prestazioni... ma da quanto ho capito non era strutturato così l'articolo. Credo che sia una pecca... la rincorsa ad un giornalismo da sensazione che, però, provoca dei danni, soprattutto su persone più facilmente condizionabili.
Avvoca', se io e te dovessimo fare a gara di presunzione sarebbe una sfida da mandare in mondovisione; perche' ne varrebbe certamente la pena guardarla.
RispondiEliminaScrivo troppo veloce, e troppo male, per poter SEMPRE tenere conto di tutti i commini. Pero' quando devo eludere la legge italiana muovo sempre le chiappe all'estero, per accertarmi che la corte italiana - e tutti i cortiggiani - non sia autorizzata a giudicarmi. Ho solo dato per scontato che l'autore dell'articolo non e' materialmente perseguibile perche' gli basta presentare un biglietto aereo di un qualsiasi viaggio degli ultimi 6 mesi e asserire che l'operazione e' stata INTERAMENTE (prescrizione, acquisto, consumo, redazione) svolta fuori dal "territorio dello stato". In ogni caso, e tu ne dovresti sapere qualcosa, eventualmente un altro commino si trova... i processi sono tutte fictio iuris... soprattutto se ci sono soldi da spendere... e anche non ce ne dovessero essere, che vuoi che sia un giornalista in meno per un editore? C'e' la fila fuori dalla porta. Sarebbe solo una vittima necessaria al suo business.
Scusa Dadda per l'OT; e' che i giuristi non li sopporto proprio. Sono l'ultimo rimasuglio organico di medioevo giunto fino a noi.
Michele, tante parole, poco diritto... pochissimo realismo...
RispondiEliminaNon me ne volere, lo sai...
d.
Daniele, lo sportello finanziario del Vaticano, la Svizzera, e S. Marino non sono una novita' di questi giorni... ne' una finzione cinematografica... ne' giuridica. Sono reali. L'obsolescenza dell'art. 6 e' solo uno zuccherino. La legge e' diventata talmente complessa che l'art.5 del codice penale non e' piu' materialmente applicabile. L'agente modello fallisce rendendo talvolta lo stesso concetto di colpa completamente ri-di-co-lo. Le differenze culturali tra nativi digitali (24%) e gli altri, e' tale da poterci ragionevolmente considerare "culturalmente diversi a norma di legge" (le differenze culturali" sono tutelate dalla Costituzione Italiota); un popolo a parte. E tu mi vieni a parlare di poco realismo? Io? E tu che fai tutti i giorni il giurista? E Bob che si preoccupa della legalita' di prendersi una pasticchina di Ritalin? Ahahahahhahahaah. Ragazzi... voi siete fuori...
RispondiEliminaHo letto con ritardo il pezzo di Morozzi.
RispondiEliminaL'idea che se ne trae, è che dopo 6-7 gg. di assunzione, si ottengono effetti di resistenza alla fatica molto simili alle anfetamine.
Per quanto riguarda Talbot sulla neurostimolazione riporto testuale:
"Ti aiuta a tenere duro per qualche ora se vuoi finire la contabilità, quando vorresti solo crollare sul letto; ti fa prendere un 28 invece di un 26 all'esame di un corso... ; ti fa ingozzare di test per l'ammissione ai corsi post laurea la notte... " per non parlare del resto della chiosa.
Non ho effettivamente trovato chiare indicazioni sugli effetti collaterali.
Nel complesso trovo la presunta indagine fortemente lacunosa e potenzialmente pericolosa per le conclusioni tratte.