sabato, settembre 04, 2010

Sperimentazione WIFI a Milano, ma cosa diavolo c'è da sperimentare?


Sul Corriere di ieri ci viene annunciato l'inizio di una sperimentazione per la installazione di hot spot wifi gratuiti nel centro di Milano.

A parte il fatto che una sperimentazione, invero piuttosto dubbia, a Milano cìè già stata e che alla fine della sperimentazione è stato smantellato tutto, mi chiedo cosa diavolo ci sia da sperimentare.

Se andiamo su qualsiasi dizionario, qui quello Hoeply, ci dice cosa vuole dire sperimentare:

sperimentare
[spe-ri-men-tà-re]
meno com. esperimentare; ant. spermentare
(speriménto)
A v. tr.
1 Sottoporre a esperimento qualcosa, allo scopo di valutarne la qualità, le proprietà, le capacità e sim.: s. una macchina; s. la potenza, la resistenza di un motore; s. l'efficacia di un farmaco, di un rimedio; s. un nuovo metodo di coltura
‖ SIN. verificare, saggiare

La tecnologia WIFI e la copertura di aree cittadine è oramai una cosa comunissima, non va dunque sperimentata, va banalmente fatta...

Tra l'altro l'idea della registrazione e della navigazione solo per un'ora è molto bizzarra e non ha alcun senso: il modello di uso è un altro, io giro per la città e mi collego quando ho bisogno di qualche cosa.  Visto che abbiamo la legge Pisanu va bene la registrazione, ma che si permetta alla gente di farla una volta sola, non a ogni ora di collegamento.

Milano meriterebbe decisamente di più...

bob

PS Io resto comunque del parere che le reto pubbliche wifi siano pienamente superate dalla già presente e perfromanete rete cellulare, il solo problema sono le tariffe che altrove sono state ampiamente abbassate.

12 commenti:

  1. Beh ma permetti che l'installazione di una rete in una realtà diversa vada "sperimentata" prima di dichiararla ufficiale e avviata? Non c'è da fare un po' di analisi sui punti d'accesso più sfruttati, quelli meno convincenti e così via prima di dire "A Milano tutto ok", mentre magari qualcosa va rivista?
    Non è che le città siano fatte con lo stampino. Ben vengano le *sperimentazioni* piuttosto che degli impianti dati per certi "funzionali" (oltre che funzionanti) quando invece magari non è così (vedi traffico da gestire e così via se vogliam parlare ancora).
    Ciao,
    Emanuele
    PS: e - comunque - non amo quando la gente assottiglia troppo le parole: mi sembra la ricerca di una scusa per criticare.

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  2. Ah, riguardo le tariffe, il mercato è ancora abbastanza restio a cambiare, ma qualcosa si sta muovendo. Per l'iPad leggo che le tariffe internet correlate non sono poi così male (leggasi anche: c'è chi sta peggio).
    Ciao,
    Emanuele

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  3. Emanuele quella di cui tu parli non è sperimentazione, è semplicemente il normale tuning che si fa per qualsiasi installazione.

    L'installazione a milano venne fatta parecchio tempo fa e la parola "sperimentale" fu usata in modo puerile per giustificare i difetti di funzionamento e per terminare tutto a un certo punto.

    Le parole hanno una loro importanza ed un loro significato sopratutto quando sono nelle delibere del comune e sui titoli dei giornali!

    Le tariffe correlate allo strumento sono assurdità, chi starebbe peggio scusa? Non conosco nessuna nazione confrontabile con l'Italia dove si stia peggio...

    bob

    PS Mi ripeti in italiano cosa vorrebbe dire "assottigliare troppo le parole" per favore?

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  4. Concordo pienamente. Qui vicino a me in alcuni comuni della provincia di Piacenza e nello stesso capoluogo da qualche anno è presente una rete wi-fi gratuita per navigare liberamente senza limiti di tempo.
    Il momento di "sperimentare" è finito bisogna investire e attuare i progetti.
    Saluti
    Wd

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  5. Roberto, ciò che tu chiami tuning io lo chiamo "sperimentare che tutto funzioni come sulla carta" (e non tecnicamente, quello lo so che c'è poco da sperimentare, mica devo verificare se l'elettricità davvero può accendere un router), ma dal punto di vista funzionale. Dovrebbero dire "è in fase di tuning"? A questo punto potrei criticare - giusto perché è bello farlo - che non mi piace si usino parole inglesi anche perché la gente le capisce poco.
    Assottigliare è questo: alla fine la sostanza non cambia ma qualcuno deve lamentarsi del termine utilizzato.
    Ciao,
    Emanuele
    PS: non ho un iPad, riguardo le tariffe mi son basato sul link che ti ho indicato prima che dovrebbe essere una recente ricerca sulle offerte per le connessioni tramite iPad.

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  6. Emanuele usi anche tu una parola in modo assolutamente non esatto, se non vuoi usare l'inglese chiamalo verifica, ma certo non sperimentazione e non ci vogliono certo mesi di verifica per una tecnologia applicata da anni praticamente in ogni città del pianeta.

    La sostanza cambia eccome!

    bob

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  7. Sui tempi possiamo essere d'accordo. Però nel post non parlavi della durata di quel periodo, bensì della sua esistenza (chiamiamola verifica, sperimentazione, tuning, affinamento, consolidamento).
    Se il tuo discorso verte sulla lunghezza eccessiva di questi tempi sono d'accordo con te e, a spanne, credo che un paio di mesi possano bastare (anche se non coprendo le 4 stagioni, si potrebbero scoprire o non rilevare differenze marcate).
    Ciao,
    Emanuele

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  8. @emanuele Firse non sei del mestiere, ma ti assicuro che per installare una tecnologia tanto consolidata non c'è bisogno di nessuna sperimentazione, il discorso sulle stagioni è comico... guarda che le reti wifi sono da anni sia a gedda con cinquanta gradi che a san pietroburgo con quaranta sottozero!

    Ci mancherebbe altro di dovere provare (e comunque non sarebbe sperimentazione) ogni antenna per un anno!

    bob

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  9. Roberto, non mi riferivo completamente alle stagioni come caldo-freddo (e mi fa sorridere questa lettura) quanto alle differenti necessità della società di usufruire di una rete (ad esempio) all'interno di un parco e della ovvia conseguenza di creare una rete (e un sistema di server d'autenticazione) capace di sopportare un carico adeguato. Creare un sistema pensato per milioni di utenze come Hong Kong non avrebbe senso e risulterebbe uno spreco d'energia tanto quanto non avrebbe senso modellare la rete sulle dimensioni di quella di un piccolo paesino avanzato tecnologicamente che appena vede l'arrivo della bella stagione e di migliaia di utenze contemporanee crolla. La sperimentazione, vista in tale ottica, spero concorderai con me che acquista senso.
    Ciao,
    Emanuele

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  10. Concordo. Il Wifi pubblico e "gratuito" in Italia è quasi del tutto assente. Il motivo è soltanto economico. Prima si è presa la scusa che gli utenti dovevano essere riconosciuti. Adesso si parla di "sperimentazione". E cosi trovare hot spot gratuiti è un utopia. Conviene alle compagnie telefoniche far collegare i cellulari ad internet con tariffe che non sono per niente convenienti. Mi ricordo quando per collegarmi ad Internet pagavo il provider, la telefonata a prezzi interi..e la corrente elettrica per far funzionare il tutto. Dire che adesso esiste l'Adsl e non si paga più la telefonata lo considero un miracolo.
    Dany

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  11. Scusate, ma qualcuno mi vorrebbe spiegare perche' la connessione alla rete dovrebbe essere gratuita? non sarebbe meglio che i Comuni spendessero i soldi per gli asili nido, o il tempo pieno a scuola? e che chi vuole collegarsi alla rete si facesse un bel contratto? (preciso non sono nel business delle tlc ...)
    Non sarebbe meglio che i comuni cercassero di incentivare la diffusione della rete, invece che fare gli operatori? e che il pubblico effettuasse un controllo dei prezzi.
    Potrebbero farlo i distributori, i bar, altri soggetti che gestiscono spazi pubblici, stazioni, aereoporti, ... ma perche' il "pubblico"?

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  12. Oggi il rapporto cittadino-Stato passa spesso dalla rete Internet. E nei prossimi anni sarà ancora più incisivo. D'altronde fa risparmiare tempo e denaro, quando viene fatto bene. Io mi riferisco ad un ospedale dove si possono prenotare le visite attraverso il loro sito (non so se esistano in Italia) piuttosto che far nascere un sito promozionale del turismo italiano che costa miliardi e non funziona. Allora non vedo perché al cittadino non si possa dare lo strumento principale per questa comunicazione. Non credo che mettere su una buona rete Wifi sia eccessivamente oneroso. Paghiamo molto di più per gestire la miriadi di sindaci ed assessori che spendono soldi a palate spesso per interessi personali. Infine quando dico "pubblico" non necessariamente intendo la P.A. Un hotspot pubblico lo può mettere su un bar. Come attualmente esiste nei McDonalds. Più che spesa direi che in Italia ci manca la cultura del collettivo. Tutti pensano alle loro tasche e non si realizza mai niente per la comunità.
    Buona giornata
    Dany

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