venerdì, novembre 27, 2009

Aspettando Godot...




Gira in rete da qualche giorno la carta dei 100 che chiedono la abolizione della legge Pisanu dando per scontato che questa sia la colpevole della arretratezza del nostro paese nell'uso delle connessioni alla rete.

Non facendo parte della elite della rete nessuno mi ha chiesto di firmarla, ma leggendola mi sono chiesto se lo avrei fatto e la risposta è stata: no!

Il problema è che la carta è basata su considerazioni fuorvianti ed alimenta quella che io chiamo la sindrome di Godot.

"Aspettando Godot" è una bellissima piece teatrale di Samuel Beckett che descrive sotto metafora l'atteggiamento di molte persone che rischiano di non vivere il presente perché sono sempre in attesa di qualche cosa di meglio.

Questa sindrome è presente nella rete da sempre, fino a qualche tempo fa il feticcio è la larga banda, da un po' di tempo è diventato, almeno in Italia, la libertà della connessione WIFI in luogo pubblico.

Qualora avessimo una bella WIFI pubblica e libera certamente i guru della rete troverebbero un'altra motivazione per lamentarsi perché lamentarsi è facilissimo, fare un po' meno facile!

Siamo davvero sicuri che il principale ostacolo alla diffusione della rete sia il fatto che non ci possiamo connettere per strada?

Francamente non lo credo proprio. Chi davvero ha bisogno di connettersi dovunque può fare per poche decine di euro al mese un contratto flat o quasi flat che gli permette di collegarsi alla rete cellulare con velocità più che adeguate alla navigazione che ha senso fare per strada.

Senza contare che la rete cellulare copre praticamente il 100% del territorio utile e che posso restare connesso anche in movimento.  A Tokio il problema della connettività mobile è stato risolto non con WIFI libere, ma con contratti flat con tariffe molto contenute.

La scarsa diffusione delle connessioni WIFI libere è dovuta alle difficoltà provocate dalla legge Pisanu?

La verifica della identità può essere fatta molto semplicemente utilizzando un telefono cellulare, si mette il numero nella pagina del captive server, la prima che appare nel browser quando accediamo a reti WIFI protette, in pochi secondi arriva un codice sul telefono che sblocca la connessione, il tutto basato sul fatto che per avere un cellulare mi sono fatto identificare dal provider.

E' una cosa si una semplicità disarmante che aggiunge al progetto costi marginali visto che lo stesso server può identificare gli utenti di una marea di punti di accesso.

Se qualcuno di voi conosce una persona che gira con il suo PC a cercare bolle WIFI alle quali collegarsi e non ha un telefono cellulare in tasca me lo faccia conoscere e offro in aperitivo a entrambi!

Francamente non credo che se la legge Pisanu verrà abrogata vedremo la fila dei provider nelle nostre piazza che litigano per installare le antenne, in realtà non credo cambierà nulla perché se i provider le avessero volute installare lo avrebbero già fatto da tempo usando l'autenticazione via cellulare.

I "don Chisciotte" del libero WIFI spesso basano le loro argomentazioni su leggende metropolitane.

Quello delle "città europee" tutte coperte dalla rete WIFI libera è solo una leggenda metropolitana. Si certo qualche area coperta c'è, ma la copertura globale è solo nella fantasia di qualcuno.  In Francia per esempio le reti aperte sono pochissime e la conferma della legge hadopi ne sta provocando la chiusura. Collegarsi comunque non è difficile, io con qualche euro al mese in più sul mio contratto cellulare SFR mi collego alle reti Neuf che sono generosamente sparse nelle città francesi.

Venezia città coperta da WIFI.  Basta andare a vedere sul sito del comune di Venezia: la copertura è concentrata sul Canal Grande e in pochi campi, la stragrande parte della città non è coperta.  La logica è tra l'altro bizzarra: se capisco l'utilità di collegarsi da un bar per cercare un luogo o l'orario di un museo l'utilità del collegamento dal vaporetto o dalla gondola mi sfugge: in vaporetto tutto il canale si percorre in una decina di minuti, se devo tirare fuori il PC, se lo devo accendere e mi devo collegare mi restano al massimo tre o quattro minuto di navigazione, vale il gioco la candela?

La WIFI di Venezia è stata un grande attrattore di bufale: la giornata della inaugurazione è stata dedicata alla corte suprema francese simbolo di libertà in quanto aveva respinto la legge delle tre sconnessioni da qualcuno che probabilmente fermandosi ai titoli dei giornali non aveva capito che si trattava di un vizio procedurale, la legge è stata poi modificata e confermate senza alcun cambiamento sostanziale!

Certo la rete è un grande piacere per chi sul Canal Grande, come i miei genitori, ci abita, ringrazio sinceramente il comune, ma forse il denaro poteva essere speso meglio...

Il ministro Brambilla vuole abolire la legge Pisanu.

Qui prima di innamoramenti e trionfali comunicati forse varrebbe le pena leggere la proposta di modifica.  La ineffabile ministra non propone la abolizione della identificazione obbligatoria del cliente che si connette, ma solo quella della richiesta da parte degli alberghi e simili di una autorizzazione alla Questura per installare WIFI con relativo balzello.

Al fine della promozione turistica sarebbe molto più importante convincere gli alberghi a dare la connessione e sopratutto a non fare pagare le cifre invereconde che vengono oggi chieste in Italia, la connessione dovrebbe essere gratuita con l'acqua e la luce elettrica!


Ciò detto resto del parere che la carta dei cento non abbia molto senso...

bob

Resta un mistero perché voler limitare la cosa a 100 firmatari, è un numero tondo che fa spettacolo e attira l'attenzione, ma che senso ha?

5 commenti:

  1. Ciao Roberto,
    nessuno pensa che basta liberare il WiFi per fare dell'Italia la Finlandia, ma penso che fare dei piccoli passi nella direzione giusta sia meglio che farli nella direzione sbagliata.
    Quanto ai "cento", è stato il frutto di uno scambio di mail tra amici e conoscenti, le elite non c'entrano. Ed è stata fatta una Carta invece di una petizione pubblica perché di petizioni ne girano già tante in queste settimane.
    Comunque c'è ovviamente un gruppo aperto su Fb per chi è interessato ad aderire.
    http://www.facebook.com/group.php?gid=190073688813&ref=search&sid=553994273.3306817396..1
    grazie e ciao.

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  2. Sono d'accordo con te. Penso che ci siano cose più importanti da risolvere. Non mi pare che sia stata eleminata la norma che prevede che ogni contenuto pubblicato sulla rete sia inviata in più copie alle biblioteche centrali (non ricordo quali). E non mi pare sia stata abolita la richiesta di avere un direttore responsabile in tanti casi (come praticamente tutti i blog). Il fatto che queste leggi siano disattese non gli toglie gravità. Perché non ne chiediamo l'abolizione, invece di chiedere qualcosa che tutti noi, in una maniera o nell'altra, abbiamo risolto da tempo?

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  3. Ciao. è la prima volta che entro nel tuo blog e mi sono sembrate piu che giuste le tue argomentazioni. per la precisione mi trovo d'accordissimo sul fattore gratuità della connessione come necessità.

    io al momento lavoro in un Hotel e mi sento un ladro quando per conto del mio capo devo chiedere 5 Euro per un'ora di connessione internet..

    la cosa piu giusta da fare è aiutare la gente ad una mentalità piu aperta e equa dell'utilizzo di internet.. cosi che qualcosa possa cambiare..

    spero di non dire troppe cavolate.

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  4. Condivido la visione di fondo, la Wi-Fi aperta non è certo una rivoluzione copernicana e non convincerà gli alberghi a far pagare di meno (o per niente) la connessione ai loro clienti.. ma tutto sommato è un'operazione a costo zero, con dei possibili vantaggi.

    Detto questo, apprezzo il tuo punto di vista critico, soprattutto quando inquadri gli ingenui entusiasmi e la faciloneria di certe dichiarazioni.

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  5. @alessandro Ti ringrazio per le precisazioni si parti molto marginali del mio discorso, sarebbe bello che tu ci dicessi qualche cosa di quello che pensi sulla sostanza e sulle obiezioni al cuore della iniziativa.

    @mauri condivido e non sono certo "cavolate"

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