Wikio e Promodigital, dove sta il problema?
Dopo la conferenza stampa che annunciava la fusione tra Wikio e Promodigital si è sollevato un polverone sul fatto che venga formulata la proposta di scrittura di thread di blog a pagamento.
Puntuali sono arrivati i soliti moralizzatori della domenica che arrivano a minacciare esclusioni dal loro lettore di feed di chi si macchia di un delitto del genere, come a se a qualcuno potesse importare la cosa, e la segnalazione di vere e proprie liste di proscrizione.
Francamente io trovo la cosa un poco patetica e mi sembra che, come spesso succede, si vada a cercare la soluzione di un problema prima di averlo definito, arrivando persino a tirare in ballo l'etica.
Io non capisco dove sia il problema!
Moltissimi anni fa Fontanesi, mitico AD di Vogue Italia, si inventava la brillante idea del publiredazionale: pagine che si presentano come quelle della rivista, scritte dai giornalisti, pagate dagli inserzionisti e chiaramente identificate come tali.
La proposta di Wikio è esattamente questa: io pago per una delle tue pagine, non credo che si richieda il controllo su tutti i post, ma solo su quelli sponsorizzati e pagati, e ovviamente voglio il controllo su quello che scrivi, se mi piace lo pago, se non mi piace non lo pago.
I giornali sono eticamente tenuti a segnalare che si tratta di un publiredazionale perché il giornale io lo pago e con il pagamento stipulo una sorta di contratto e una delle regole non scritte del contratto è che io possa sapere se sto leggendo un articolo o il risultato di una iniziativa pubblicitaria.
Il blog non lo pago e di conseguenza il blogger non è minimamente tenuto a dirmi se un messaggio sia pagato o meno, il blogger in alcuni casi gioca la sua credibilità che comunque è sua e ne può fare quello che vuole. Se qualcuno scopre che è pagato per scrivere e non lo ha detto e lo sbugiarda perderà lettori, ma è un problema solo suo.
Tra l'altro nel caso particolare sembrerebbe che lìunico controllo fatto sia sulla presenza ed efficacia dei link e non sul contenuto del post: dove diavolo sia il problema mi risulta sempre più misterioso!
O no?
RIPENSANDOCI:
Complici i miei cinque chilometri giornalieri di marcia ho pensato che se davvero, e non ho motivo di pensare che non lo sia, il controllo è solo formale sui link e sulla raggiungibilità e non sui contenuti potrebbero benissimo lasciare che il thread venga pubblicato, controllare e pagare solo quelli che rispettano le regole. Questo toglierebbe quell'effetto "censura preventiva" cha tanto fastidio da, per me inspiegabilmente, a qualcuno.
bob
Copio qui quanto ho scritto da DElyMyth.
RispondiEliminaLa questione è un po' più sottile, imho, ed attiene all'acquisto ed utilizzo strumentale degli spazi dove avvengono le conversazioni delle persone. Da cui l'ovvia necessità della moderazione temporale sui contenuti.
In definitiva, di un prodotto, non interessa che se ne parli comunque bene, ma piuttosto che se ne parli.
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Hai detto bene, si tratta di pubbliredazionali da far pre-approvare.
Ma a PromoDigital non frega assolutamente nulla che tu parli bene o male del prodotto, perché l'obiettivo, mi pare chiaro, non è quello.
Sanno perfettamente che, mediamente, c'è chi ne parlerà con toni entusiastici, chi così così, chi stroncherà il prodotto senza appello.
Ma non è questo quello che interessa loro ed al cliente finale.
Interessa comprare uno spazio in cui avvengono le conversazioni ed assicurarsi che le conversazioni siano "autentiche" o quantomeno "attendibili".
Nel senso che non devono apparire il cut&paste di comunicati stampa, perché quelli non attirerebbero l'attenzione di nessuno.
Interessa invece attivare la conversazione negli spazi dove questa avviene per un certo tempo, catturare l'attenzione di quante più persone possibili rispetto al target prodotto, e poi veicolarla verso quel prodotto/servizio.
Infine misurare l'efficacia dell'azione.
Non ti pagano perché tu parli bene di un prodotto, ti pagano in quanto veicolo di cattura dell'attenzione altrui: vogliono semplicemente che si parli di quel prodotto con la tecnica del passaparola per indurre il potenziale consumatore a fare click sul tuo link no-follow.
Concordo e sottoscrivo il post
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